Votare è perfettamente inutile. Chiunque vinca dovrà limitarsi ad approvare l'agenda imposta dalla massoneria mondialista


In quella che i servi del regime chiamano pomposamente “democrazia”, il cittadino conta solo una volta ogni cinque anni, nell’atto cioè di inserire una scheda nell’urna per indicare il partito da sostenere.

Punto. Finite le elezioni il cittadino ritorna a non contare nulla, mentre i “suoi rappresentanti” in Parlamento possono tranquillamente fare l’esatto contrario di quanto promesso in campagna elettorale, cambiare casacca, schieramento e vendersi brillantemente al maggiore offerente. Prendete il caso del movimento 5 stelle, sono entrati in parlamento affermando che lo avrebbero aperto come una scatoletta di tonno ed ora si ritrovano al governo con il pd, fregandosene altamente dei desideri dell’elettorato. Le elezioni sono solo una grande presa in giro, perché l’oligarchia decide le riforme da approvare o da bocciare sulla testa di politicanti corrotti ed eterodiretti da poteri massonici e finanziari. Chiunque vinca le ricette saranno sempre le stesse: “riforme strutturali”, “privatizzazioni”, “smantellamento di welfare e pensioni” e “distruzione del diritto del lavoro”. Il Pd insieme a Forza Italia e ai centristi ha già diedero prova sotto il governo Monti di volere assecondare e sostenere le mire sterminatrici dei massoni mondialisti che hanno apparecchiato questo nuovo e ingegnoso Olocausto in salsa tecnocratica, mentre i partiti “antagonisti”- Lega e Movimento 5 Stelle- poterono ancora sventolare una presunta patente di verginità. Per cui, tutti quelli che non tifano apertamente per la prosecuzione dello sterminio ordinato dalla Germania merkeliana, votarono per Grillo o Salvini nella speranza di fermare i nuovi Mengele che da almeno 20 anni inducono al suicidio volutamente le classi più deboli con la scusa del debito pubblico. Illudetevi pure, ma tanto non servirà a nulla. In primo luogo i partiti antagonisti sono “antagonisti” solo fintantoché restano all’opposizione, una volta entrati nelle stanze del potere diventano subito “governativi” e “responsabili”, termini orwelliani che significano servi dell’oligarchia finanziaria e della massoneria mondialista. Alcuni, tipo Di Maio dei cinquestelle, si portarono avanti con il lavoro da anni, lisciando il pelo in ogni occasione ai “poteri forti” che volevano sentirsi rassicurati sul fatto che “tutto cambierà affinché nulla cambi”. La Lega, già “rivoluzionaria” negli anni ‘90,  poi divento' il partito del “trota” e di Belsito, tenendo per anni il moccolo ad un Berlusconi sempre tenuto al guinzaglio dal vertice del potere occulto incarnato dall’ineffabile Mario Draghi. Quindi, di che parliamo? Dobbiamo ammettere che Lenin aveva pienamente ragione nel sostenere che “la finanza, la borsa è tutto, mentre il voto, le elezioni sono un gioco di burattini, di pupazzi”. Ma si può anche fare finta di credere che nel Parlamento, per quanto popolato da voltagabbana, delinquenti e ignoranti, risieda la “volontà popolare”; si può far finta di crederci purché i “rappresentanti del popolo” non ordiscano in maniera sfacciata trame assurde contro il popolo stesso, affamato, depredato e colpito di continuo da chi in teoria dovrebbe tutelarne gli interessi. L’unico argomento serio che andrebbe dibattuto con forza riguarda la permanenza dell’Italia nell’euro, camicia di forza che ha disintegrato in pochi anni il benessere nazionale faticosamente conquistato dal dopoguerra in avanti. Ma proprio perché si tratta di un argomento importante, e sgradito all’élite finanziaria e assassina, nessuno ne parla più. I leghisti e i grillini preferiscono le comodità di Cernobbio ai rischi insiti nella lotta, limitandosi a fare un po’ di “ammuina” per calamitare le delusioni dei gonzi che non sanno più a quale santo votarsi. La democrazia rappresentativa è morta e sepolta, perché la strada che conduce alla libertà va ricercata nel Paese reale, e non nelle stanze ovattate frequentate da balordi che fanno finta si scontrarsi a beneficio di telecamera per poi accordarsi sulla pelle di chi non può difendersi. Sarebbe ora di prenderne definitivamente atto.


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