CONTINUANO A PRENDERCI PER I FONDELLI !!! Continuano a venderci olio FALSO!!!

Ancora una volta un test comparativo, questa volta realizzato dal programma della tv svizzera italiana Patti Chiari, segnala la presenza sul mercato di finti oli extravergini. Gli autori del servizio, andato in onda il 9 dicembre hanno fatto analizzare in laboratorio 12 bottiglie (alcune vendute anche nei supermercati italiani), rilevando in alcuni casi l’assenza dei requisiti di legge per etichettare l’olio come extravergine di oliva. Il panel di esperti, nominati dal Consiglio olivicolo internazionale (COI) di Weadensiwill nel Canton Zurigo, ha analizzato l’olio da un punto di vista organolettico alla ricerca di difetti sensoriali percepibili al gusto e all’olfatto, come stabilito dalla normativa europea.


I risultati sono stati davvero scoraggianti. Metà delle bottiglie prese in esame sono state bocciate a causa dei difetti riscontrati nel gusto e per la scarsa qualità del prodotto. Sulla base dei giudizi attribuiti dal panel ai vari marchi, la norma europea non consentirebbe di vendere come extravergini sei oli su dodici. Tra i marchi sotto accusa troviamo: De Cecco Classico, Bertolli Originale e Carapelli Classico. Non è la prima volta che Bertolli, come pure Carapelli e De Cecco vengono accusati di proporre in bottiglia un olio extravergine che non è tale. I primi rilievi risalgono al 2015 quando le inchieste di Il Test – Salvagente, aveva realizzato un test comparativo che ha declassato da olio extra vergine a olio vergine 9 marchi italiani tra cui Bertolli, ma anche Carapelli, De Cecco e Sasso. In seguito anche il programma svizzero Kassensturz e la rivista elvetica Ktippbocciano ancora Bertolli. Pochi mesi fa, per Bertolli, Sasso e Carapelli, è arrivata anche una sanzione dall’Agcm, che ha condotto ulteriori analisi sensoriali, riscontrando difetti tali da provocare il declassamento dell’olio a vergine. In seguito alla sanzione, Carapelli (controllata da Deoleo), aveva scritto al Fatto Alimentare in rappresentanza di Bertolli e Sasso, per ribadire l’impegno del gruppo a migliorare gli standard qualitativi dei propri prodotti.

Tra le sei bottiglie di vero extravergine, due sono comunque di scarsa qualità

Esce vincitore dal test, l’olio extravergine 100% italiano Sabo, imbottigliato in Canton Ticino, ma prodotto dall’azienda italiana Clemente, con olive 100% pugliesi. Seguono l’olio Gran Delizia Toscano IGP e Monini Classico. Due degli oli sottoposti al test, pur essendo stati classificati extravergini dagli assaggiatori, raggiungono un punteggio insufficiente.




L’olio extra vergine Bertolli è stato bocciato dagli assaggiatori

A conferma dei risultati ottenuti dal panel svizzero, Patti Chiari ha sottoposto i 12 oli anche all’esame organolettico del Comitato di assaggio ufficiale dell’olio Chianti DOP, e al laboratorio fiorentino di analisi ValorItalia di Sambuca per quanto attiene le analisi chimiche. Sia il secondo panel, che le analisi di laboratorio hanno sostanzialmente confermato la classifica degli esperti svizzeri. Vale la pena sottolineare come da un punto di vista analitico tutti gli oli analizzati rispettano i parametri chimici previsti dalla legge europea sugli extravergini, anche se alcuni elementi evidenziano le criticità evidenziate nelle prove di assaggio. Il laboratorio ha confermato le criticità dell’olio De Cecco (troppi polifenoli (cattivi) a basso peso molecolare), di Carapelli (presenza di alchilesteri). Al contrario, l’olio Sabo risulta contenere la quantità maggiore di polifenoli (buoni) indice di buona qualità del prodotto e responsabili delle note amare di un extravergine di qualità.

Le aziende produttrici degli oli bocciati contestano le analisi

Deoleo, proprietaria di Carapelli e Bertolli, insieme a De Cecco e altre aziende produttrici degli oli bocciati dal test hanno contestato le analisi, avanzando l’idea che le modalità di conservazione e stoccaggio potrebbero aver alterato le caratteristiche, oltre a sottolineare la soggettività delle analisi organolettiche. Tutte le aziende assicurano che le analisi condotte internamente prima prima e dopo aver ricevuto i risultati dei test della TV svizzera sono conformi ai requisiti di legge. Alle accuse di poca riproducibilità dei test sensoriali risponde Gianfranco De Felice del Coi, che ha rassicurato sulla validità assoluta della prova di assaggio come elemento discriminante per classificare un extravergine e ha consigliato, se si vuole avere garanzia di maggiore qualità, di scegliere extravergini DOP e IGP. L’ultima nota riguarda la decisione dei grandi marchi di non accettare l’invito al confronto proposto dalla tv svizzera. Siamo di fronte all’ennesimo test che riscontra anomalie tra i grandi marchi dell’olio extravergine e all’ennesimo rifiuto delle aziende di discutere. Un atteggiamento che non può portare a niente di buono.



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