Si riuniscono i pazzi illuminati del Bilderberg, sarà a Torino

La riunione Bilderberg 2018 sarà a Torino. Il capoluogo piemontese sembra essere la meta indicata per il prossimo incontro dei potenti della Terra.


A rivelare questa indiscrezione è il Primo Ministro della Serbia, Ana Brnabic. Il capo del Governo serbo ha reso noto di aver ricevuto un invito per partecipare alla riunione di quest’anno.

Nello specifico, l’incontro dovrebbe svolgersi all’ombra della Mole dal 7 al 10 giugno 2018. Dovrebbero prendervi parte industriali, politici e personalità di spicco, che intendono discutere del destino del pianeta.

Le riunioni del gruppo Bilderberg avvengono tradizionalmente a porte chiuse. Una scelta applicata a partire dall’anno di inizio, il 1954, e imposta dal fondatore, David Rockefeller.

L’ultimo precedente in Italia risale al 2004. I partecipanti si ritrovarono a Stresa. Tra essi figuravano l’attuale presidente della BCE Mario Draghi, l’ex premier Mario Monti, Marco Tronchetti Provera, Giulio Tremonti, Corrado Passera, Franco Bernabé e Gabriele Galateri di Genola.
L’ipotesi Venezia

Ci sono però molti dubbi sul fatto che la riunione Bilderberg 2018 sarà a Torino.

Gli albergatori del capoluogo piemontese sembrano non essere al corrente della situazione. Anzi. Non confermano le voci su possibili prenotazioni.

Dagli Stati Uniti, molti interessati all’argomento hanno ipotizzato che l’ipotesi torinese sia più che concreta. Questo perché la città dispone di alberghi di lusso, dotati di spa e attrazioni ideali per ospitare questo genere di eventi.

C’è però un’ultima possibilità che contraddice quanto riportato negli USA. L’attivista britannico Tony Gosling, che segue da vicino le vicende del gruppo Bilderberg, ha portato avanti un’indagine interessante. Ha osservato i dati sulle prenotazioni delle camere d’albergo nella nostra città per le date indicate. Tutti gli hotel sembrano essere vuoti. Al contrario, se si fa una ricerca uguale sugli alberghi di Venezia, si scopre che tutti gli hotel sono sold out tra il 7 e il 10 giugno.

La spiegazione sembra essere semplice: la mossa di indicare Torino come prossima sede dell’incontro potrebbe essere un tentativo di depistaggio. L’obiettivo sarebbe quello di sfuggire, del tutto o in parte, ai numerosi gruppi di contestatori, pronti ad accogliere violentemente i partecipanti.

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