Incredibile – Il Canada esporta in Sicilia grano duro pieno di glifosato e micotossine, ma pretende uva da tavola siciliana supercontrollata!!

I canadesi, che non si fanno alcun problema a rifilarci il grano duro zeppo di veleni, hanno preteso e ottenuto mille controlli sulla salubrità dell’uva Italia
(che, detto per inciso, è una delle migliori uve da tavola del mondo!). Sono i paradossi di una Regione governata da politici dilettanti (non vogliamo pensare ad altre ipotesi…). E il bello è che l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, si vanta pure di aver fatto controllare l’uva che verrà esportata. E sul grano duro mezzo avvelenato che arriva in Sicilia con le navi, assessore, nessun controllo? 


Simpatici, i canadesi: a noi ci spediscono il grano duro pieno di glifosato (un erbicida che danneggia la nostra salute) e di micotossine. Però hanno preteso controlli severissimi prima di ricevere l’uva da tavola siciliana che, detto per inciso, è una delle migliori del mondo. Loro a noi ci possono rifilare il loro grano duro di pessima qualità pieno di sostanze nocive; noi, invece, prima di esportare i nostri prodotti agricoli, dobbiamo sottostare a regole severissime, perché i canadesi alla loro salute ci tengono!

Il bello sapete qual è? Che quel concentrato di irragionevolezza e di sfascio totale rappresentato dall’assessorato regionale all’Agricoltura della Sicilia che non fa nulla per bloccare il grano duro canadese pieno di glifosato e micotossine che arriva sulle nostre tavole si è invece attivato per fare in modo che la salute dei canadesi sia ultra tutelata!

Sia chiaro che, quando parliamo dello sfascio dell’assessorato regionale all’Agricoltura non ci riferiamo al personale, che in massima parte è preparato; ci riferiamo alla politica e ai dirigenti generali che, invece di fare gli interessi della Sicilia, seguono le direttive della politica (e se non fanno quello che dice l’assessore di turno vengono mandati a casa: questa è la verità sulla legge Bassanini che avrebbe dovuto ‘separare’ politica e burocrazia: legge che ha invece ‘consegnato’ l’alta burocrazia alla politica!

Detto questo, tornando all’uva da tavola siciliana che tornerà ad essere esportata in Canada, diciamo subito che la storia che vi stiamo raccontando dimostra, ancora una volta, che la Regione siciliana è amministrata da nessuno.

“Siamo nelle mani di una massa di incompetenti”, ha detto Cosimo Gioia a proposito della crisi del grano duro: e i fatti, ancora una volta, gli danno ragione.

(Cosimo Gioia, per la cronaca, oltre ad essere un bravo imprenditore agricolo, è stato dirigente generale del dipartimento Agricoltura della regione ai tempi del Governo di Raffaele Lombardo: ed è stato messo alla porta perché ha provato a difendere il grano duro siciliano dalle schifezze cerealicole che arrivano dall’estero. Sacrificato dagli ‘ascari’).

La vicenda dell’uva da tavola siciliana è emblematica. Leggiamo assieme un comunicato stampa diramato qualche giorno fa dall’attuale assessore region ale all’Agricoltura, Antonello Cracolici:

“Dopo 5 anni di blocco riparte oggi da Mazzarrone l’esportazione di uva Italia in Canada con il primo carico da 20 tonnellate.”

Mazzarrone, importante centro agricolo del Catanese, è un’area nella quale si produce uva Italia di elevata qualità. L’altra area della Sicilia dove si produce uva Italia di prim’ordine è Canicattì e il suo circondario, in provincia di Agrigento (e anche alcune zone del Nisseno).

“Gli operatori del Servizio Fitosanitario (della Regione siciliana ndr) – prosegue il comunicato dell’assessore Cracolici – hanno applicato il protocollo dei controlli sul prodotto siciliano recentemente riconosciuto dalle autorità canadesi. Nel 2007, prima del blocco delle esportazioni, l’uva da tavola siciliana diretta in Canada superava le 700 tonnellate all’anno”.

Poi – a quanto si può dedurre – l’export siciliano di uva Italia verso il Canada è stato bloccato. Motivo: i canadesi hanno voluto fare chiarezza sulla salubrità dell’uva da tavola (in particolare, sull’uva Italia) prodotta in Sicilia.

“La merce – prosegue il comunicato – è stata sottoposta ad un esame integrato con le verifiche di qualità adottate dalle aziende produttrici, sotto la supervisione del Servizio Fitosanitario regionale che sta lavorando anche all’applicazione di un protocollo sanitario per avviare l’esportazione in Canada di albicocche, ciliegie, pesche, susine e kiwi. Le procedure di controllo sui prodotti concordate con i Paesi importatori sono già state applicate con successo anche per l’arancia rossa diretta in Giappone e in Cina. Il Servizio Fitosanitario regionale ha un ruolo strategico per favorire l’export dei prodotti siciliani nel mondo perché ha tra le sue funzioni anche quella di armonizzare le disposizioni sui controlli sanitari dei prodotti tra paesi importatori ed esportatori”.

Come potete notare, la Regione siciliana è dotata di un Servizio Fitosanitario che è perfettamente in grado di valutare se un prodotto agricolo – in questo caso l’uva Italia – può essere esportato perché privo di residui di pesticidi dannosi per la salute umana.

La cosa assurda è che questo Servizio Fitosanitario della Regione funziona per i prodotti agricoli siciliani che debbono essere esportati, ma non funziona per controllare i prodotti agricoli che arrivano in Sicilia dal Canada, dal Nord Africa, dal Sud Africa, dall’Asia, dalla Cina e via continuando.

Questo Servizio Fitosanitario della Regione non si occupa di controllare i prodotti agricoli che arrivano in Sicilia dal resto del mondo non per responsabilità di chi vi lavora (cioè del personale), ma perché la politica siciliana non ha interesse a tutelare la salute dei siciliani. E infatti nella nostra Isola arrivano le schifezze da mezzo mondo.

Il caso del grano duro che arriva dal Canada pieno di glifosato e di micotossine è eclatante, visto che queste sostanze dannosissime per la nostra salute (e responsabili, a lungo andare, di malattie gravi) finiscono sotto forma di pasta, pane, pizze, semola, farine, biscotti, dolci e via continuando sulle nostre tavole.

Ma c’è la frutta estiva che arriva dall’Africa (Dio solo sa che pesticidi usano le multinazionali che si sono impossessate dei terreni dell’Africa, usufruendo di un costo del lavoro irrisorio rispetto ai costi del lavoro in agricoltura del nostro Paese); c’è l’ortofrutta cinese e asiatica (non vi raccontiamo cosa combinano i cinesi con la passata di pomodoro, perché sennò smettereste di utilizzare passata di pomodoro acquistata nei supermercati per i prossimi trent’anni…).

Questi prodotti agricoli che arrivano in Sicilia non solo sono senza controlli, non solo mettono a repentaglio la nostra salute, ma ammazzano la nostra agricoltura: succede con il grano duro siciliano (quest’anno il prezzo di questo prodotto è precipitato a 14 centesimi al chilogrammo: tenete conto che, per riprendere le spese gli agricoltori siciliani e, in generale, del Sud Italia, dovrebbero vendere un chilogramnmo di grano duro 24 centesimi); succede con gli ortaggi; succede con la frutta.

Una vergogna avallata dall’Unione Europea dell’Euro e da un dannosissimo Parlamento Europeo dal quale, per protesta la Sicilia – se fosse una Regione seria – dovrebbe ritirare la delegazione parlamentare. Unione Europea dell’Euro e Parlamento Europeo stanno distruggendo l’agricoltura del Sud Italia e, in particolare, l’agricoltura siciliana.

Aiutati – per ciò che riguarda la Sicilia – dall’attuale Governo della Regione: in particolare, dall’assessorato all’Agricoltura che tutela la salute dei canadesi e non fa nulla per tutelare la salute dei Siciliani!

Ultima ‘chicca’. Dovete sapere, cari lettori di Time Sicilia, che i produttori di uva Italia di Canicattì e di Mazzarrone (e di altri piccoli centri della nostra Isola) sono tra i più bravi al mondo. Forse non esageriamo a definirli i più bravi del mondo. E sapete perché? Perché, da sempre, utilizzano in modo rigoroso e scientifico i pesticidi.

L’uva da tavola biologica, senza pesticidi, è un sogno. Ammesso che si possa produrre, costerebbe una barca di soldi. Per l’uva da tavola, piaccia o no, bisogna utilizzare i pesticidi. Ma bisogna saperli utilizzare. Facendo in modo che non rimangano residui dannosi per la salute umana. E in questo gli agricoltori di Canicattì, di Mazzarrone e centri vicini sono bravissimi. Non a caso l’uva Italia di questi centri della Sicilia si esporta in mezzo mondo.

Sapete qual è il paradosso? Che, a parte nei centri di produzione, trovare l’uva Italia di Canicattì e Mazzarrone in Sicilia è difficile. Se non ci credete, fatevi un giro per i supermercati. Troverete – questo è proprio il periodo dell’uva da tavola – altre uve. Ma difficilmente troverete quella di Canicattì e Mazzarrone.

E allora che uva da tavola mangiano, in tanti casi, i Siciliani? Qui arriva il bello.

L’uva da tavola coltivata nel Nord Africa (Egitto, Tunisia, Marocco) – guarda che caso! – matura nel periodo in cui matura quella siciliana.

Provate a leggere da dove arriva l’uva da tavola nei supermercati: nella stragrande maggioranza dei casi non c’è alcuna informazione. Perché le multinazionali sono contrarie alla ‘tracciabilità’ (l’indicazione di provenienza di un prodotto agricolo e informazioni sulle tecniche agronomiche e sulle metodologie seguite per conservare i prodotti).

Quindi troverete uva da tavola senza alcuna indicazione sulla provenienza. Arriva dal Nord Africa? Com’è stata coltivata? Che pesticidi hanno utilizzato? Come è stata conservata?

Buon appetito!



fonte: http://timesicilia.it/canada-esporta-sicilia-grano-duro-pieno-glifosato-micotossine-pretende-uva-tavola-siciliana-supercontrollata/

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari

AddToAny