In Spagna lo chiamano il ‘decretazo digital‘. Il decreto legge che è stato appena approvato permette al governo spagnolo di interrompere la connessione internet senza l’intervento
dell’autorità giudiziaria, per mantenere l’ordine pubblico. “Hanno utilizzato le proteste in Catalogna per restringere le libertà digitali in tutto il paese”, spiega Simona Levi, esperta di diritti digitali, “È un decreto legge degno dei regimi autoritari: dicono di averlo emanato per difendere la cittadinanza dalla disinformazione, invece tolgono la possibilità di usare internet. Inoltre i dati personali possono essere trasferiti da un’amministrazione all’altra senza previa autorizzazione delle persone”.
Simona Levi è la fondatrice della piattaforma Xnet, che da oltre un decennio è impegnata per la tutela delle libertà digitali e contro la corruzione con varie iniziative, come il 15Mparato, una piattaforma di filtrazioni anonime che ha mandato in carcere decine di banchieri corrotti.
In Catalogna le proteste proseguono su canali protetti, come Telegram e l’applicazione Tsunami democratic, che ha convocato la prossima manifestazione in coincidenza della partita Madrid-Barcellona, el ‘clasico’ che si terrà il 18 dicembre nello stadio Camp Nou, di Barcellona.
“Se lottiamo per le nostre libertà fuori da internet ma non ci occupiamo delle libertà digitali, le stiamo perdendo entrambe – conclude Levi -, dobbiamo impedire che ci sia uno stato di eccezionalità dei diritti in internet che è l’attuale tendenza di molti legislatori”.
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