L’Egf, la nuova polizia europea che ha sede a Vicenza, presso la caserma Chinotto è al servizio dell‘Unione Europea, della Nato, dell’Onu e dell’Ocse, ma non risponde a nessuno di esse. La milizia infatti, ubbidisce solo al Cimin (Comitato Interministeriale di Alto Livello), ovvero a quel gruppo di ufficiali e rappresentanti del Ministero Esteri e Ministero della Difesa. Velocemente schierabile, composta da forze di polizia con status militare, puo’ intervenire in scenari di crisi per ‘riportare l’ordine pubblico’.
Da quando è nata, ha -ufficialmente- operato in almeno tre situazioni: in Bosnia Erzegovina dal 2007 al 2010, nell’ambito della Missione Eufo “Althea”; ad Haiti, nel 2010, in seguito al terremoto, rispondendo alla richiesta dell’Onu; in Afghanistan, sotto l’egida della Nato, dove tutt’ora addestra la Polizia locale. Eppure non sono in pochi a ritenere che sia stata schierata anche in altri luoghi e realtà, come ad esempio in Grecia durante le rivolte anti-austerity.
La cosa che desta maggiore preoccupazione è la sua totale autonomia. L’Eurogendfor, infatti, non deve rispondere né ai Parlamenti delle nazioni che l’hanno creata, né, tanto meno, al parlamento europeo di Strasburgo. Soprattutto, parrebbe che i membri dell’Efg possano godere di una “totale immunità giudiziaria”.
Nel Trattato di Velsen si possono trovare elencati i diversi “super poteri” che questa milizia europea si è vista ‘regalare’. Nell’articolo 21, ad esempio, si cita l’inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi della gendarmeria. In quello successivo, ecco apparire l‘immunità delle proprietà e dei capitali dell’Egf da provvedimenti esecutivi dell’autorità giudiziaria dei singoli Stati.
E altro ancora: l’articolo 23 prevede che tutte le comunicazioni degli ufficiali dell’EFG non possano essere intercettate da nessuna autorità giudiziaria, mentre il ventinovesimo, spiega come il personale EGF non possa essere soggetto a ‘procedimenti di esecuzione di giudizi a loro carico relativi a situazioni derivanti dallo svolgimento dei loro compiti ufficiali emessi dello Stato ospite o di destinazione’.
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Una carta bianca che da l’autorizzazione ai militari di far quello che vogliono, dall’articolo 13, che sottolinea come l’Efg debba ‘rispettare la legge in vigore nel Paese ospite o nel Paese di destinazione’. Inoltre, nell’articolo 28 del Trattato si chiarisce che i paesi aderenti rinunciano a chiedere indennizzi per eventuali danni procurati dalla milizia.
Protezioni su protezioni, che assieme al silenzio andrebbero a coprire la forza di polizia internazionale, la quale ha la libertà di operare in tutte le fasi di gestione di una crisi. Prima fase: “Attraverso la stabilizzazione e il ripristino delle condizioni di ordine, sicurezza pubblica, sostituendo o rafforzando le forze di polizia locali deboli o inesistenti”; quella di transizione: “Continuando a svolgere la sua missione come parte della componente militare, facilitando il coordinamento e la cooperazione con unità di polizia locali o internazionali”; e nel disimpegno: “Agevolando il trasferimento delle responsabilità dai militari alla catena di comando civile.”
Inoltre, il Trattato di Velsen, affida ad Eurogendfor una serie di impegni e mansioni che sollevano svariate incognite. Oltre a garantire la pubblica sicurezza e a svolgere attività di polizia giudiziaria, l’Egf può controllare, sostituirsi o istruire le polizie locali, subordinare la pubblica sorveglianza, operare alle frontiere, acquisire tutte le informazioni e infine, svolgere operazioni d’intelligence.
Ed è proprio quest’ultimo punto, quello che desta maggiori preoccupazioni. Una superforza con potere quasi assoluto, con la ‘benedizione’ di stati e organizzazioni, una struttura militare sovranazionale che ha la possibilità di operare in qualsiasi angolo del mondo senza dover render conto a nessuno, che si presenta anche come organo di spionaggio interno ed esterno. In breve, una bomba ad orologeria in mano ai potenti, i quali, secondo alcune fonti, l’avrebbero già utilizzata a proprio piacimento per ‘placare’ rivolte e proteste. Come ad esempio, la Grecia. In questa direzione, non sono in pochi a chiedersi quanto tempo ancora debba trascorrere prima che i supermilitari intervengano anche in Italia, considerata la crisi sia governativa e finanziaria in cui il nostro paese riversa già da tempo e che lo spinge perennemente sull’orlo del precipizio. Oltre il quale, restano pochi dubbi, oltre il quale ci aspettano i manganelli dell’Egf.
Quanto scritto viene confermato dal sito ufficiale dell’Eurogendofor.
Fonte: http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/eurogendfor-la-polizia-europea-ueber-alles-con-totale-immunita-giudiziaria-ecco-i-nuovi-gerarchi/
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