Il virus entra nella scuola dei vostri figli ma non in quella di Amici

21/11/2020 - Il virus, a quanto pare, entra in molte delle nostre scuole, ma non nella scuola di Amici. Le immagini che ho visto ieri ritraevano adolescenti che, nelle sale comuni e nelle proprie casette, mangiavano e parlavano senza mascherina. Ogni tanto qualcuno la indossava per spostarsi da un locale all'altro. Nelle sale prova la potevano togliere, rimanendo dietro delle lastre di plexiglas (che non arrivando sino al soffitto non hanno alcun potere sigillante), per poi porter cantare o ballare (aerosolizzando felici). Lorella Cuccarini, senza mascherina, parlava accorata con un suo allievo, senza mascherina, seduto a un paio di metri di distanza da lei (del resto, sarebbe brutto mettere una mascherina alla più amata dagli italiani). Non mi spiego come sia possibile accettare una simile gigantesca presa per i fondelli. Bambini e insegnanti di qualsiasi ciclo bardati da capo a piedi, e in televisione tana libera tutti. Il criterio del distanziamento, che fallisce in ogni altro luogo, pure all'aperto, ritorna di colpo efficace dentro un set. Ma loro fanno i tamponi tutti i giorni!, esclameranno indignati a questo punto gli strenui difensori del mainstream. Tamponi magici che danno risultati immediati e soprattutto sempre attendibili, evidentemente. Ma loro hanno i termoscanner!, continueranno sempre più indignati i difensori del mainstream. Ma la febbre, che io sappia, è uno dei tanti sintomi con cui si manifesta il virus, non di certo l'unico e anzi spesso l'ultimo. Loro non sono solo super-controllati, ma anche isolati, mentre i bambini potrebbero contagiare i loro nonni!, concluderanno con una rassicurante (e sempre molto indignata) generalizzazione i difensori del mainstream. Anche noi siamo molto controllati, sapete?, forse più di loro, dato che siamo obbligati alla procedura di allontanamento anche per un semplice mal di pancia o mal di gola (non aspettiamo la febbre, ma nel caso anche noi abbiamo quelle simpaticissime pistolette che puntate in fronte rilevano la temperatura corporea). I nonni, invece, bè, su quello non so più che dire. Sugli adulti, in realtà, non so più che dire. Viviamo in questo oscuro momento storico in cui gli adulti accettano di farsi trattare da bambini e ai bambini vengono richiesti comportamenti da adulti. Un'epoca buia in cui ci viene imposto di credere e non di capire. Di fidarci e affidarci, come dei bambini appunto, aspettando di essere guidati per mano verso il nostro bene. Un momento storico in cui farsi domande, dubitare, richiedere spiegazioni verificabili è diventato addirittura sinonimo di demenza. Sembra di essersi risvegliati nella favola di Andersen; ognuno decida da che parte stare, ma io sono per mia natura un eretico e un anarchico, e tra i sudditi dell'imperatore nudo e il bambino, sono sempre stato dalla parte del bambino. Ora torniamo pure tutti a guardare Amici e magari facciamolo guardare anche ai nostri giovani, a cui hanno tolto il canto, lo sport, la danza, la scuola, ma almeno non la televisione, unico luogo dove è ancora possibile vedere delle belle faccette nude, espressive e sorridenti (perché, davvero, sarebbe proprio brutto guardare giornalisti, ospiti di talk show, concorrenti con indosso quelle antiestetiche mascherine! E poi l'auditel?)

Pietro De Angelis


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