E se la sovradiagnosi è il pericolo reale?
La Mammografia a raggi X è cancerogena!
Ogni anno milioni di donne si
sottopongono alla mammografia a raggi X senza la conoscenza dei reali
rischi sulla salute, fidandosi dei medici. Eh, ormai dobbiamo diffidarci
dai medici, carnefici, quelli che sperano solo di arricchirsi sulla
pelle degli altri, quelli che sono servi dell’industria farmaceutica
genocida! brrrrrrrr Mi viene la pelle d’oca solo a pensarci, quanti
complici. Ma gente onesta esiste al mondo?
Nel 2006, un articolo pubblicato sul British Journal of Radiobiologia, dal titolo “Maggiore efficacia biologica dei raggi X a bassa energia e le implicazioni per il programma di screening mammografico nel Regno Unito”, ha rivelato che il tipo di radiazione utilizzata nelle radiazioni al seno a base di raggi X è molto più cancerogena di quanto si credesse: “Recenti studi radiobiologici hanno fornito prove convincenti che i raggi X a bassa energia come quelli utilizzati nella mammografia sono circa quattro volte – ma forse fino a sei volte – più efficaci nel causare danni mutazionali rispetto ai raggi X ad energia più elevata. Le stime di rischio della radiazione corrente si basano sugli effetti delle radiazioni ad alta energia dei raggi gamma, questo implica che i rischi di tumori al seno indotti da radiazioni di raggi X della mammografia sono sottostimati per lo stesso fattore.
In altre parole, il modello di rischio delle radiazioni usato per determinare se il beneficio delle radiazioni al seno nelle donne asintomatiche supera il danno, sottovaluta il rischio della mammografia di indurre il cancro al seno e altri cancri correlati del 4-600%. “Stime di rischio per cancro indotto da radiazioni – principalmente derivate dallo studio dei superstiti della bomba atomica (ABS) – si basano sugli effetti dei raggi gamma ad alta energia e quindi, l’implicazione è che il rischio di cancro al seno indotto da radiazioni derivanti da mammografia possono essere superiori a quelli ipotizzati sulla base delle stime di rischi standard.” Questo non è l’unico studio che dimostra che la mammografia a raggi X è più cancerogena delle radiazioni della bomba atomica. C’è anche una vasta quantità di dati sull’ aspetto negativo della mammografia a raggi X. Purtroppo, anche se si utilizza il modello obsoleto di rischio delle radiazioni (che sottovaluta il danno di fatto), * il peso delle prove scientifiche (come determinato dal lavoro di The Cochrane Collaboration) mostra che in realtà radiazioni al seno possono con ogni probabilità non fare alcun bene in chi le subisce. Nel Cochrane Database Systematic Review 2009 ** noto anche come il Gøtzsche e Cochrane Review di Nielsen, dal titolo “Lo screening per il cancro al seno con la mammografia , “gli autori hanno rivelato le motivazioni statistiche tenui per lo screening al seno di massa: “Lo screening ha portato al 30% di sovradiagnosi e di trattamento, o un aumento del rischio assoluto del 0,5%. Questo significa che per ogni 2.000 donne invitate allo screening in tutti i 10 anni, una avrà la sua vita prolungata e 10 donne sane, che non sarebbero state diagnosticate se non ci fosse stato lo screening, saranno trattate inutilmente. Inoltre, più di 200 donne sperimenteranno un importante disagio psicologico per molti mesi a causa di risultati falsi positivi. Non è quindi chiaro se lo screening fa più bene che male. In questa revisione, la base per la stima del trattamento inutile è stato il 35% di aumento del rischio di un intervento chirurgico tra le donne sottoposte a screening. Molti degli interventi chirurgici, infatti, sono il risultato di donne la cui diagnosi di carcinoma duttale in situ (DCIS) è un “cancro” che non esiste come entità clinicamente rilevante se non fosse per il fatto che è rilevabile tramite mammografia a raggi X. DCIS, nella stragrande maggioranza dei casi, non ha alcuna lesione palpabile o sintomi, e alcuni esperti ritengono che dovrebbe essere completamente riclassificato come una condizione NON-CANCEROSA. Un altro recente studio pubblicato sul British Medical Journal nel 2011 dal titolo “Possibili danni netti di screening del cancro al seno: modellazione aggiornata della relazione Forrest”, non solo ha confermato le risultanze Götzsche e Cochrane Review di Nielsen, ma ha trovato una situazione di rischio peggiore: Questa analisi supporta l’affermazione che l’introduzione dello screening del cancro al seno potrebbe aver causato un danno netto fino a 10 anni dopo l’inizio dello screening.
Quindi, se supponiamo che queste recensioni siano corrette, nel migliore dei casi, gli screening indicano che non stanno facendo nulla di buono, e nel peggiore dei casi, causano più male che bene. La questione saliente, però, è: quanto più male che bene? Se si considera che, secondo i dati del Journal of National Cancer Institute (2011), una mammografia utilizza 4 mSv di radiazioni rispetto al 0,02 mSv della radiografia del torace media (che è una radiazione superiore di 200 volte), e poi, teniamo conto anche della maggiore genotossicità /cancerogenicità (4-600 %) associata a specifiche lunghezze d’onda di “bassa energia” utilizzata per la mammografia, è altamente possibile che oltre l’epidemia di over-diagnosi e sovra-trattamento, le mammografie espongano a radiazioni che inducono il tumore all’interno al seno in milioni di donne.
Con l’avvento delle tecnologie diagnostiche che non emettono radiazioni ionizzanti, come la termografia, è diventato di vitale importanza che i pazienti educhino se stessi per le alternative alla mammografia ai raggi X che già esistono. Fino ad allora, dobbiamo usare il nostro buon senso – e le ricerche come questa – per informarci sulle decisioni da prendere, e per quanto riguarda gli effetti avversi non voluti che le radiazioni provocano, cautelarsi il più possibile.
Tenete a mente che la revisione Cochrane Database è in cima alla “catena alimentare” della verità, nell’altamente sollecitato “modello evidence-based” della medicina convenzionale. Recensioni Cochrane Database sono prodotte dalla Cochrane Collaboration, che è internazionalmente riconosciuta come il punto di riferimento per l’alta qualità, informazioni evidence-based riguardante l’efficacia (o mancanza) di interventi comuni di assistenza sanitaria. L’organizzazione, composta da oltre 28.000 persone impegnate provenienti da oltre 100 paesi, si vanta di essere una fonte “indipendente” di informazioni, e storicamente non ha avuto paura di sottolineare l’influenza corruttrice del settore, che sempre più coopta la ricerca biomedica e le pubblicazioni.
Le lunghezze d’onda a bassa energia causano rotture dei filamenti doppi all’interno del DNA delle cellule sensibili, che la cellula non può riparare. Nel tempo queste mutazioni danno come risultato una “trasformazione neoplastica”; le radiazioni hanno la capacità di indurre un fenotipo canceroso all’interno delle cellule sane che ha proprietà staminali tumorali alveolari (CSC). http://www.vegetariani-roma.it/scienza-marcia-2/chemioterapia-2/738-come-mammografia-a-raggi-x-sta-accelerando-l-epidemia-di-cancro.html
Troppa Sovradiagnosi per il Tumore del Seno! Per una donna salvata dal tumore del seno tre ricevono invece una sovradiagnosi. E’ quanto ha scoperto uno studio pubblicato sulla rivista ‘Lancet’, condotto in Gran Bretagna. Come a dire che gli screening al seno riducono la mortalità per cancro, ma spesso ci sono anche casi di ‘diagnosi eccessiva’. Si è visto che nel Regno Unito 4mila donne ogni anno ricevono terapie per forme di malattia non pericolose, proprio per l’eccesso di diagnosi. Per ogni vita salvata, ci sono tre donne ‘sovra-diagnosticate’, che vengono sottoposte a terapie per tumori non pericolosi.
AD analoghe conclusioni un altro studio dell’aprile 2012 in cui si evidenziava che lo screening mammografico routinario, per quanto da sempre ritenuto uno strumento essenziale per il riconoscimento del tumore del seno in fase precoce, potrebbe essere responsabile di una quota significativa di sovradiagnosi di lesioni in realtà non pericolose. Lo studio era della New Harvard school of public health di Boston (Usa), basato sui dati provenienti dalla Norvegia: la ricerca ha stimato tra il 15% e il 25% i casi di cancro della mammella diagnosticati in eccesso. «La mammografia potrebbe non essere utile nello screening del tumore del seno in quanto non può distinguere tra forme cancerose progressive o non progressive» afferma Mette Kalager, autore principale. «I radiologi vengono istruiti a cercare le più fini lesioni nel tentativo di riconoscere quanti più tumori possibili ed essere così in grado di curarli, ma questo studio dimostra ulteriormente che questa pratica ha costituito un problema per molte donne, con diagnosi di tumori mammari che non davano sintomi o decessi». Per questo motivo Kalager ipotizza che le donne dovrebbero essere bene informate non solo sui potenziali benefici della mammografia, ma anche sui suoi possibili effetti negativi, quali stress psicologico, biopsie, chirurgia, chemioterapia od ormonoterapia per malattie che non avrebbero causato sintomi. http://www.clicmedicina.it/pagine-n-51/sovradiagnosi-tumore-seno.htm
https://www.facebook.com/472519556146816/photos/pb.472519556146816.-2207520000.1412206528./605364652862305/?type=3&theater
Ventuno domande sulle mammografie:
1) Si suppone che la mammografia sia basate sulla “scienza”, eppure tutta la scienza recente afferma che esse apportano maggiori danni che benefici; se è così, la Casa Bianca e gli oncologi, in coscienza, come possono trascurare le conclusioni di tipo precauzionale secondo cui le donne sotto i 50 anni non dovrebbero sottoporsi a mammografia?
2) Perché i chirurghi maschi raccomandano la “mastectomia preventiva” al fine di prevenire il cancro al seno ma non raccomandano mai la “castrazione preventiva” per prevenire il cancro ai testicoli?
3) Se le radiazioni provocano il cancro, perché l’industria del cancro usa macchinari che emettono radiazioni per eseguire gli screening?
4) Se le donne smettessero di sottoporsi a mammografie annuali, qual è l’esatto ammontare di profitto che l’industria del cancro perderebbe ogni anno?
5) La vitamina D previene il 77% di tutti i tumori. Perché l’industria del cancro, al termine degli screening, non distribuisce alle donne vitamina D? Se, come si sostiene, lo scopo ultimo è “aiutare le persone…”, tale aiuto non dovrebbe comprendere il più ovvio dei consigli nutrizionali?
6) Se acquistare prodotti di colore rosa aiuta a raccogliere fondi per la ricerca sul cancro, quanta altra roba dobbiamo comprare prima che il cancro sia curato?
7) Domanda correlata: perché molti dei prodotti col nastro rosa venduti per raccogliere soldi da destinare alla “ricerca sul cancro” in realtà sono fatti con materiali cancerogeni?
8) Dove sono tutte le cure per il cancro promesse dai ricercatori decenni fa? Un suggerimento: ci stanno ancora lavorando. Tutto ciò che gli serve è un altro po’ del nostro denaro…
9) Problema da quinta elementare: se camminando per 10 miglia si raccolgono 50 dollari per la fondazione Susan G. Komen e se tutto quel denaro finanzia gli eventi di “reclutamento” per gli screening che costano 1,25 dollari per paziente irradiata, quante miglia dobbiamo percorrere per irradiare il seno a 100mila donne? Domanda di riserva: quanti nuovi pazienti avrà prodotto tra dieci anni questa campagna di irradiazione?
10) Se “la diagnosi precoce salva delle vite” allora perché oggi le donne che muoiono di cancro sono più numerose che in passato?
11) Se le mammografie fanno così bene alle donne, perché chi ha inventato la macchina per le mammografie non ci infila il cranio una volta all’anno a mo’ di screening per il tumore al cervello?
12) Avete mai notato che le macchine per la mammografia che schiacciano i seni delle donne e li inondano di radiazioni sono state inventate da uomini? Ma vi siete mai chiesti perché non ci siano macchinari che schiaccino i testicoli (e il resto dell’armamentario) inondando l’intero pacco di radiazioni, con una procedura che vada sotto il nome di “diagnosi precoce”?
13) Dato che gli oncologi non registrano gli esiti dei pazienti che decidono di non fare nulla in seguito ad una diagnosi di cancro, come possono parlare con autorevolezza del rapporto tra rischi e benefici di violenti trattamenti chimici come la chemioterapia?
14) Negli screening per il cancro, quanti falsi positivi servono per fare un tumore legittimo?
15) Se la chemioterapia funziona così bene, perché nei sondaggi anonimi gli oncologi ammettono quasi universalmente che non si sottoporrebbero mai alla chemioterapia? Perché i famigliari degli oncologi spesso ricercano terapie alternative quando viene loro diagnosticato un cancro?
16) Se ci vogliono dieci anni (o più) affinché un tumore cresca a sufficienza da poter essere individuato, come fanno gli oncologi a chiamarla “diagnosi precoce”? Cos’ha esattamente di precoce?
17) Se la “mastectomia doppia preventiva” è un’idea tanto geniale per prevenire il cancro, perché gli oncologi non si rimuovono a vicenda l’encefalo per prevenire il tumore al cervello? (Però talvolta penso che l’abbiano già fatto…)
18) Quanti addetti dell’industria del cancro si troverebbero istantaneamente disoccupati se il cancro fosse improvvisamente curato con la vitamina D e i fitonutrienti? (Risposta: almeno un milione di persone… il cancro dà sicurezza occupazionale agli addetti dell’industria del cancro…)
19) Se l’industria del cancro sostiene che la cura per il cancro non esiste, come possono le stesse persone sostenere che la stanno ancora cercando?
20) Se l’industria del cancro trovasse “la cura” che sostiene di cercare, qualcuno pensa onestamente che la darebbe via gratuitamente, solo per il bene dell’umanità? (In realtà, qualsiasi cura sarebbe distrutta il più rapidamente possibile.)
E la più importante di tutte le domande…
21) Perché è così facile imbrogliare i consumatori di servizi sanitari del mondo intero e far sì che credano a questa industria del cancro corrotta e criminale e a tutte le sue fraudolente organizzazioni non a scopo di lucro? Fonte: Naturalnews http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6601
TRATTO DA
NO alla MAMMOGRAFIA A RAGGI X! Catwoman http://www.facebook.com/pages/Catwoman/472519556146816
Nel 2006, un articolo pubblicato sul British Journal of Radiobiologia, dal titolo “Maggiore efficacia biologica dei raggi X a bassa energia e le implicazioni per il programma di screening mammografico nel Regno Unito”, ha rivelato che il tipo di radiazione utilizzata nelle radiazioni al seno a base di raggi X è molto più cancerogena di quanto si credesse: “Recenti studi radiobiologici hanno fornito prove convincenti che i raggi X a bassa energia come quelli utilizzati nella mammografia sono circa quattro volte – ma forse fino a sei volte – più efficaci nel causare danni mutazionali rispetto ai raggi X ad energia più elevata. Le stime di rischio della radiazione corrente si basano sugli effetti delle radiazioni ad alta energia dei raggi gamma, questo implica che i rischi di tumori al seno indotti da radiazioni di raggi X della mammografia sono sottostimati per lo stesso fattore.
In altre parole, il modello di rischio delle radiazioni usato per determinare se il beneficio delle radiazioni al seno nelle donne asintomatiche supera il danno, sottovaluta il rischio della mammografia di indurre il cancro al seno e altri cancri correlati del 4-600%. “Stime di rischio per cancro indotto da radiazioni – principalmente derivate dallo studio dei superstiti della bomba atomica (ABS) – si basano sugli effetti dei raggi gamma ad alta energia e quindi, l’implicazione è che il rischio di cancro al seno indotto da radiazioni derivanti da mammografia possono essere superiori a quelli ipotizzati sulla base delle stime di rischi standard.” Questo non è l’unico studio che dimostra che la mammografia a raggi X è più cancerogena delle radiazioni della bomba atomica. C’è anche una vasta quantità di dati sull’ aspetto negativo della mammografia a raggi X. Purtroppo, anche se si utilizza il modello obsoleto di rischio delle radiazioni (che sottovaluta il danno di fatto), * il peso delle prove scientifiche (come determinato dal lavoro di The Cochrane Collaboration) mostra che in realtà radiazioni al seno possono con ogni probabilità non fare alcun bene in chi le subisce. Nel Cochrane Database Systematic Review 2009 ** noto anche come il Gøtzsche e Cochrane Review di Nielsen, dal titolo “Lo screening per il cancro al seno con la mammografia , “gli autori hanno rivelato le motivazioni statistiche tenui per lo screening al seno di massa: “Lo screening ha portato al 30% di sovradiagnosi e di trattamento, o un aumento del rischio assoluto del 0,5%. Questo significa che per ogni 2.000 donne invitate allo screening in tutti i 10 anni, una avrà la sua vita prolungata e 10 donne sane, che non sarebbero state diagnosticate se non ci fosse stato lo screening, saranno trattate inutilmente. Inoltre, più di 200 donne sperimenteranno un importante disagio psicologico per molti mesi a causa di risultati falsi positivi. Non è quindi chiaro se lo screening fa più bene che male. In questa revisione, la base per la stima del trattamento inutile è stato il 35% di aumento del rischio di un intervento chirurgico tra le donne sottoposte a screening. Molti degli interventi chirurgici, infatti, sono il risultato di donne la cui diagnosi di carcinoma duttale in situ (DCIS) è un “cancro” che non esiste come entità clinicamente rilevante se non fosse per il fatto che è rilevabile tramite mammografia a raggi X. DCIS, nella stragrande maggioranza dei casi, non ha alcuna lesione palpabile o sintomi, e alcuni esperti ritengono che dovrebbe essere completamente riclassificato come una condizione NON-CANCEROSA. Un altro recente studio pubblicato sul British Medical Journal nel 2011 dal titolo “Possibili danni netti di screening del cancro al seno: modellazione aggiornata della relazione Forrest”, non solo ha confermato le risultanze Götzsche e Cochrane Review di Nielsen, ma ha trovato una situazione di rischio peggiore: Questa analisi supporta l’affermazione che l’introduzione dello screening del cancro al seno potrebbe aver causato un danno netto fino a 10 anni dopo l’inizio dello screening.
Quindi, se supponiamo che queste recensioni siano corrette, nel migliore dei casi, gli screening indicano che non stanno facendo nulla di buono, e nel peggiore dei casi, causano più male che bene. La questione saliente, però, è: quanto più male che bene? Se si considera che, secondo i dati del Journal of National Cancer Institute (2011), una mammografia utilizza 4 mSv di radiazioni rispetto al 0,02 mSv della radiografia del torace media (che è una radiazione superiore di 200 volte), e poi, teniamo conto anche della maggiore genotossicità /cancerogenicità (4-600 %) associata a specifiche lunghezze d’onda di “bassa energia” utilizzata per la mammografia, è altamente possibile che oltre l’epidemia di over-diagnosi e sovra-trattamento, le mammografie espongano a radiazioni che inducono il tumore all’interno al seno in milioni di donne.
Con l’avvento delle tecnologie diagnostiche che non emettono radiazioni ionizzanti, come la termografia, è diventato di vitale importanza che i pazienti educhino se stessi per le alternative alla mammografia ai raggi X che già esistono. Fino ad allora, dobbiamo usare il nostro buon senso – e le ricerche come questa – per informarci sulle decisioni da prendere, e per quanto riguarda gli effetti avversi non voluti che le radiazioni provocano, cautelarsi il più possibile.
Tenete a mente che la revisione Cochrane Database è in cima alla “catena alimentare” della verità, nell’altamente sollecitato “modello evidence-based” della medicina convenzionale. Recensioni Cochrane Database sono prodotte dalla Cochrane Collaboration, che è internazionalmente riconosciuta come il punto di riferimento per l’alta qualità, informazioni evidence-based riguardante l’efficacia (o mancanza) di interventi comuni di assistenza sanitaria. L’organizzazione, composta da oltre 28.000 persone impegnate provenienti da oltre 100 paesi, si vanta di essere una fonte “indipendente” di informazioni, e storicamente non ha avuto paura di sottolineare l’influenza corruttrice del settore, che sempre più coopta la ricerca biomedica e le pubblicazioni.
Le lunghezze d’onda a bassa energia causano rotture dei filamenti doppi all’interno del DNA delle cellule sensibili, che la cellula non può riparare. Nel tempo queste mutazioni danno come risultato una “trasformazione neoplastica”; le radiazioni hanno la capacità di indurre un fenotipo canceroso all’interno delle cellule sane che ha proprietà staminali tumorali alveolari (CSC). http://www.vegetariani-roma.it/scienza-marcia-2/chemioterapia-2/738-come-mammografia-a-raggi-x-sta-accelerando-l-epidemia-di-cancro.html
Troppa Sovradiagnosi per il Tumore del Seno! Per una donna salvata dal tumore del seno tre ricevono invece una sovradiagnosi. E’ quanto ha scoperto uno studio pubblicato sulla rivista ‘Lancet’, condotto in Gran Bretagna. Come a dire che gli screening al seno riducono la mortalità per cancro, ma spesso ci sono anche casi di ‘diagnosi eccessiva’. Si è visto che nel Regno Unito 4mila donne ogni anno ricevono terapie per forme di malattia non pericolose, proprio per l’eccesso di diagnosi. Per ogni vita salvata, ci sono tre donne ‘sovra-diagnosticate’, che vengono sottoposte a terapie per tumori non pericolosi.
AD analoghe conclusioni un altro studio dell’aprile 2012 in cui si evidenziava che lo screening mammografico routinario, per quanto da sempre ritenuto uno strumento essenziale per il riconoscimento del tumore del seno in fase precoce, potrebbe essere responsabile di una quota significativa di sovradiagnosi di lesioni in realtà non pericolose. Lo studio era della New Harvard school of public health di Boston (Usa), basato sui dati provenienti dalla Norvegia: la ricerca ha stimato tra il 15% e il 25% i casi di cancro della mammella diagnosticati in eccesso. «La mammografia potrebbe non essere utile nello screening del tumore del seno in quanto non può distinguere tra forme cancerose progressive o non progressive» afferma Mette Kalager, autore principale. «I radiologi vengono istruiti a cercare le più fini lesioni nel tentativo di riconoscere quanti più tumori possibili ed essere così in grado di curarli, ma questo studio dimostra ulteriormente che questa pratica ha costituito un problema per molte donne, con diagnosi di tumori mammari che non davano sintomi o decessi». Per questo motivo Kalager ipotizza che le donne dovrebbero essere bene informate non solo sui potenziali benefici della mammografia, ma anche sui suoi possibili effetti negativi, quali stress psicologico, biopsie, chirurgia, chemioterapia od ormonoterapia per malattie che non avrebbero causato sintomi. http://www.clicmedicina.it/pagine-n-51/sovradiagnosi-tumore-seno.htm
https://www.facebook.com/472519556146816/photos/pb.472519556146816.-2207520000.1412206528./605364652862305/?type=3&theater
Ventuno domande sulle mammografie:
1) Si suppone che la mammografia sia basate sulla “scienza”, eppure tutta la scienza recente afferma che esse apportano maggiori danni che benefici; se è così, la Casa Bianca e gli oncologi, in coscienza, come possono trascurare le conclusioni di tipo precauzionale secondo cui le donne sotto i 50 anni non dovrebbero sottoporsi a mammografia?
2) Perché i chirurghi maschi raccomandano la “mastectomia preventiva” al fine di prevenire il cancro al seno ma non raccomandano mai la “castrazione preventiva” per prevenire il cancro ai testicoli?
3) Se le radiazioni provocano il cancro, perché l’industria del cancro usa macchinari che emettono radiazioni per eseguire gli screening?
4) Se le donne smettessero di sottoporsi a mammografie annuali, qual è l’esatto ammontare di profitto che l’industria del cancro perderebbe ogni anno?
5) La vitamina D previene il 77% di tutti i tumori. Perché l’industria del cancro, al termine degli screening, non distribuisce alle donne vitamina D? Se, come si sostiene, lo scopo ultimo è “aiutare le persone…”, tale aiuto non dovrebbe comprendere il più ovvio dei consigli nutrizionali?
6) Se acquistare prodotti di colore rosa aiuta a raccogliere fondi per la ricerca sul cancro, quanta altra roba dobbiamo comprare prima che il cancro sia curato?
7) Domanda correlata: perché molti dei prodotti col nastro rosa venduti per raccogliere soldi da destinare alla “ricerca sul cancro” in realtà sono fatti con materiali cancerogeni?
8) Dove sono tutte le cure per il cancro promesse dai ricercatori decenni fa? Un suggerimento: ci stanno ancora lavorando. Tutto ciò che gli serve è un altro po’ del nostro denaro…
9) Problema da quinta elementare: se camminando per 10 miglia si raccolgono 50 dollari per la fondazione Susan G. Komen e se tutto quel denaro finanzia gli eventi di “reclutamento” per gli screening che costano 1,25 dollari per paziente irradiata, quante miglia dobbiamo percorrere per irradiare il seno a 100mila donne? Domanda di riserva: quanti nuovi pazienti avrà prodotto tra dieci anni questa campagna di irradiazione?
10) Se “la diagnosi precoce salva delle vite” allora perché oggi le donne che muoiono di cancro sono più numerose che in passato?
11) Se le mammografie fanno così bene alle donne, perché chi ha inventato la macchina per le mammografie non ci infila il cranio una volta all’anno a mo’ di screening per il tumore al cervello?
12) Avete mai notato che le macchine per la mammografia che schiacciano i seni delle donne e li inondano di radiazioni sono state inventate da uomini? Ma vi siete mai chiesti perché non ci siano macchinari che schiaccino i testicoli (e il resto dell’armamentario) inondando l’intero pacco di radiazioni, con una procedura che vada sotto il nome di “diagnosi precoce”?
13) Dato che gli oncologi non registrano gli esiti dei pazienti che decidono di non fare nulla in seguito ad una diagnosi di cancro, come possono parlare con autorevolezza del rapporto tra rischi e benefici di violenti trattamenti chimici come la chemioterapia?
14) Negli screening per il cancro, quanti falsi positivi servono per fare un tumore legittimo?
15) Se la chemioterapia funziona così bene, perché nei sondaggi anonimi gli oncologi ammettono quasi universalmente che non si sottoporrebbero mai alla chemioterapia? Perché i famigliari degli oncologi spesso ricercano terapie alternative quando viene loro diagnosticato un cancro?
16) Se ci vogliono dieci anni (o più) affinché un tumore cresca a sufficienza da poter essere individuato, come fanno gli oncologi a chiamarla “diagnosi precoce”? Cos’ha esattamente di precoce?
17) Se la “mastectomia doppia preventiva” è un’idea tanto geniale per prevenire il cancro, perché gli oncologi non si rimuovono a vicenda l’encefalo per prevenire il tumore al cervello? (Però talvolta penso che l’abbiano già fatto…)
18) Quanti addetti dell’industria del cancro si troverebbero istantaneamente disoccupati se il cancro fosse improvvisamente curato con la vitamina D e i fitonutrienti? (Risposta: almeno un milione di persone… il cancro dà sicurezza occupazionale agli addetti dell’industria del cancro…)
19) Se l’industria del cancro sostiene che la cura per il cancro non esiste, come possono le stesse persone sostenere che la stanno ancora cercando?
20) Se l’industria del cancro trovasse “la cura” che sostiene di cercare, qualcuno pensa onestamente che la darebbe via gratuitamente, solo per il bene dell’umanità? (In realtà, qualsiasi cura sarebbe distrutta il più rapidamente possibile.)
E la più importante di tutte le domande…
21) Perché è così facile imbrogliare i consumatori di servizi sanitari del mondo intero e far sì che credano a questa industria del cancro corrotta e criminale e a tutte le sue fraudolente organizzazioni non a scopo di lucro? Fonte: Naturalnews http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6601
TRATTO DA
NO alla MAMMOGRAFIA A RAGGI X! Catwoman http://www.facebook.com/pages/Catwoman/472519556146816
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