Vuoi sapere chi controlla la stampa? Chi decide cosa leggerai domani sul giornale? Ecco la lista...


IL CORRIERE DELLA SERA: appartiene al gruppo internazionale Mediagroup,

è quotato in Borsa e controlla altri giornali e riviste popolari come “Il Mondo”, “L’Europeo”, “Oggi”, “Visto”, “Novella”, “Max”. Nel suo Consiglio di Amministrazione ci sono personaggi indissolubilmente legati all’elite finanziaria internazionale e ai suoi circoli mondialisti come John Elkan (Gruppo Bilderberg), presidente di FIAT e di Exor (la holding finanziaria della famiglia Agnelli); Carlo Pesenti, consigliere di Italcementi, Unicredit, Italmobiliare e Mediobanca; Berardino Libonati, consigliere di Telecom Italia e Pirelli; Diego Della Valle, possessore del 4% di Banca Nazionale del Lavoro, consigliere di Tod’s e Generali Assicurazioni, ex dirigente della Fiorentina coinvolto nello scandalo di Calciopoli; Renato Pagliaro, consigliere di Telecom Italia, Pirelli e Mediobanca.
LA REPUBBLICA: è il quotidiano del Gruppo l’Espresso di Carlo de Benedetti (Gruppo Bilderberg) ex amministratore delegato FIAT, banchiere ex vicepresidente del Banco Ambrosiano. Nel consiglio di amministrazione del Gruppo l’Espresso siedono Sergio Erede, amministratore di Luxottica e Carlo Secchi ex Rettore della Bocconi e amministratore di Mediaset.
IL GIORNALE: edito dal Gruppo Mondadori è il quotidiano della Famiglia Berlusconi.
LA STAMPA: è il quotidiano torinese della Famiglia Agnelli (Club Bilderberg).
IL MESSAGGERO DI ROMA, IL MATTINO DI NAPOLI, IL GAZZETTINO DI VENEZIA e IL NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA sono quotidiani editi dalla Caltagirone Editori (Club Bilderberg) di proprietà della Famiglia Caltagirone (Grandi Opere,, cementifici, immobili).
Francesco Gaetano Caltagirone, anche noto come Franco (Roma, 2 marzo 1943), è un imprenditore italiano, a capo di uno dei più importanti gruppi industriali
italiani, con un fatturato globale di circa 1,7 miliardi di euro e oltre 5.600 dipendenti; le sue ricchezze ammontano a circa 2,6 miliardi di dollari,
questo fece di lui nel 2008 il decimo uomo più ricco d'Italia e il 446° uomo più ricco del mondo. Siedono nel consiglio di amministrazione di Caltagirone Editore Azzurra Caltagirone, moglie dell’Onorevole Pier Ferdinando Casini e Francesco Gaetano Caltagirone, consigliere di Monte dei Paschi di Siena e di Generali Assicurazioni.
IL RESTO DEL CARLINO di Bologna, LA NAZIONE di Firenze e IL GIORNO di Milano appartengono alla Poligrafici Editorile, collegata
a Telecom Italia, Generali Assicurazioni e alla Premafin di della famiglia Ligresti. Salvatore Ligresti è stato membro del consiglio di amministrazione
di Unicredit, è presidente onorario di Fondiaria Sai, gruppo assicurativo torinese quotato sulla Borsa di Milano e controllato dalla famiglia Ligresti; è coinvolto nei più rilevanti interventi urbanistici di Milano (Expo, Fiera e Garibaldi-Repubblica), di Firenze (Castello e Manifattura Tabacchi) e di Torino.
LIBERO (l’aggressiva testata di destra) e IL RIFORMISTA (quotidiano timidamente di sinistra) hanno lo stesso editore Giampaolo Angelucci proprietario di un impero fatto di cliniche e strutture sanitarie, fra cui l’Ospedale San Raffaele di Roma, condannato agli arresti domiciliari per falso e truffa ai danni delle ASLL’UNITA’: il quotidiano fondato da Gramsci e attualmente vicino al principale partito della sinistra italiana , il PD, ha come editore Nuova Iniziativa Editoriale S.p.A. il cui azionista principale è Renato Soru, presidente e amministratore delegato della compagnia di servizi internet Tiscali Italia S.p.A.
Renato Soru è apparso nella lista edita da “Forbes” come uno degli uomini più ricchi del mondo con un capitale stimato in 4 miliardi di dollari
nel 2001. Negli ultimi anni la sua compagnia ha rilevato sei compagnie telefoniche in Germania, Francia, Svizzera, Belgio e Repubblica Ceca.
IL SOLE 24 ORE: ha nel suo consiglio di amministrazione Luigi Abete, Membro del Comitato Esecutivo dell'Aspen Institute Italia e presidente della Banca Nazionale del Lavoro; fa anche parte del consiglio di amministrazione della Carlo Erba Farmitalia; il fratello di Giancarlo Abete (Presidente della Figc) è consigliere della Tod’s di Diego Della Valle.
Tutte le aziende citate sono direttamente collegate fra di loro: grande finanza, banche, assicurazioni, telecomunicazioni, cementifici, costruzioni, farmaceutica, acciaierie, pneumatici, moda.
Mentre nelle dittature il popolo è sempre consapevole di essere oppresso e l’ordine deve necessariamente essere mantenuto con la forza, nei regimi dove vige la “democrazia rappresentativa” il sistema sociale è stabile poiché il controllo sull’informazione e sul consenso avviene in maniera occulta, proprio per lasciar credere alla popolazione di vivere in un mondo libero.
Sappiamo quindi da decenni che i media sono tutti intestati a partiti politici e loro familiari, attingono notizie da una unica fonte (ANSA, fondata da un membro del Gruppo Bilderberg). Pluralità di giornali, non di notizie vere ma di menzogne. Sono notizie manipolate, atte a dirottare idee, opinioni della gente ,finanziamenti pubblici in favore dei poteri forti.
Loro sono da sempre chiarissimi nel farci sapere i loro obiettivi... come veramente ci considerano, siamo per loro limoni da spremere fino a l'ultima goccia...!
Siamo noi che ci ostiniamo a non voler capire...!
Riporto un elenco dei giornali associati all'Ansa, fondata da Henry Kissinger, membro del citato gruppo. Memorizzatili tutti, e se non volete contribuire al loro guadagno, sapete come comportarvi.
Elenco dei quotidiani i cui editori sono soci dell’ANSA:
L’Adige
Alto Adige
L’Arena
Avvenire
Bresciaoggi
Il Centro
Corriere della Sera
Corriere dello Sport
Il Corriere Mercantile
L’Eco di Bergamo
La Gazzetta del Mezzogiorno
Gazzetta del Sud
La Gazzetta dello Sport
Gazzetta di Mantova
Nuova Gazzetta di Modena
La Nuova Ferrara
Gazzetta di Parma
Gazzetta di Reggio
Il Gazzettino
Il Giornale
Giornale di Brescia
Giornale di Sicilia
Il Giornale di Vicenza
Il Giorno
Libertà
Il Mattino
Il Mattino di Padova
Il Messaggero
Messaggero Veneto
La Nazione
Il Piccolo
La Prealpina
La Provincia
La Provincia (di Cremona)
La Provincia Pavese
Il Resto del Carlino
La Sicilia
Il Secolo XIX
Il Sole-24 Ore
La Stampa
Il Tempo
Il Tirreno
Trentino
La Tribuna di Treviso
La Repubblica
La Nuova Sardegna
L’Unione Sarda
L’Unità
La Nuova Venezia
Allora che ne dite? Se tutti o quasi, i giornali italiani propongono le notizie provenienti da un organo governato ad arte per pilotare l’informazione, quale differenza di opinione volete che ci sia nelle notizie? Se la Stampa italiana si abbevera e rumina le stesse notizie dalla stessa fonte, quale pluralità di opinioni e di notizie volete che esca?
Se poi anche la Rai è governata da uomini della stampa di Regime, anche qui, quale informazione critica, quale diverso punto di vista sulle notizie possiamo avere? Si può chiamare questa pratica col nome di dittatura dell’informazione di regime?
Soldi all'editoria: le vere cifre
Il Movimento 5 Stelle presenta un disegno di legge per abolire il finanziamento pubblico alle testate e parla di un costo di "quasi un miliardo di euro l'anno".
I senatori del Movimento 5 Stelle hanno presentato un disegno di legge che propone "l'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria", che al suo interno comprende anche il finanziamento ai giornali. I beneficiari di queste sovvenzioni, riservate soprattutto alle testate di partito e a quelle religiose.
Nella loro forma diretta ormai riguardano solo queste tipologie di giornali: i giornali organi dei partiti politici, quelli delle cooperative di giornalisti, quelli delle minoranze linguistiche, quelli per le comunità italiane all'estero, più quelli pubblicate da 'enti morali', di solito di tipo religioso.
Ci sono oltre ai grandi giornali, ad esempio il Foglio e il Romanista, La Voce di Mantova e Buonasera Campania, America Oggi e il ciellino Trenta Giorni, La Padania, l'Unità', Europa' (Pd ex Margherita) ma anche Motocross', il Salvagente, Nuova Ecologia, Cristiano Sociali News, Dolomiten, Civiltà cattolica, Famiglia Cristiana e Ecce Mater Tua, a cui si accoda religiosamente Buddismo e Società.
I Giornali che vivono grazie ai finanziamenti pubblici
Pubblicato il 23 marzo 2013 di mimmafornaro
Tutti i giornali ricevono il finanziamento pubblico per l’editoria. Si parla della riduzione dei contributi ai parlamentari ma questo argomento è off limits? Ad esempio quel gionale che viene distribuito gratis in alcune citta’ (Metro) e’ sato fatto apposta per ricevere i finanziamenti pubblici. E’ una legge dello Stato Italiano.
I maggiori riceventi ogni anno
Gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport): 23 milioni e mezzo di euro
Sole 24 ore: 19.222.787 euro
Espresso-La Repubblica: 16.186.244 euro
1a categoria
Giornali di partito
Unità: 6.817.231,05 euro
La Padania: 4.028.363,80 euro
Liberazione: 3.718.490,08 euro
Europa: 3.138.526,10 euro
Secolo d’Italia: 3.098.741,40 euro
La Discussione: 2.582.284,49 euro
Zukunft in Sudtirol: 1.032.913,80 euro
Il Sole che ride: 1.020.390,93 euro
Rinascita della Sinistra: 907.314,84 euro
Avanti!: 602.024,10 euro
Liberal: 563.604,85 euro
Le Peuple Valdôtain: 297.146,28 euro
Democrazia Cristiana: 157.545,10 euro
2a categoria
Quotidiani editi da cooperative costituite entro il 30 novembre 2001, già organi di movimenti politici
Libero: 5.371.151,76 euro
Foglio: 3.511.906,92 euro
Il Giornale d’Italia, Linea, Torino Cronaca-Il Borghese e Roma: 2.582.284,49 euro
Il Denaro: 2.238.168,15 euro
Il Riformista: 2.179.597,05 euro
Opinione delle Libertà: 2.065.827,60 euro
La Cronaca: 1.874999,72 euro
Campanile Nuovo: 1.153.084 euro
Gazzetta Politica: 516.456,90 euro
Metropoli Day: 516.456,90 euro
Avvenimenti: 451.992,60 euro
Area: 451.992,60 euro
Voce Repubblicana: 203.694,45 euro
Aprile, Patto, Angeli, Cristiano Sociali News, La Nuova Provincia e Milano Metropoli: fra i 169 mila e 10 mila euro
ed ecco ora un ulteriore elenco
Corriere della Sera-Gazzetta 23.507.613
Sole 24 Ore 19.222.767
Espresso-Repubblica 16.186.244
Avvenire 10.293.832
L’Unità 9.361.570
La Stampa 6.975.549
Conquiste del lavoro 6.405.427
Libero 5.451.451
Ciarrapico Catena 5.362.863
Il Manifesto 5.307.241
Italia Oggi 5.302.007
La Padania 4.613.026
Il Giornale 4.439.183
Dolomiten 4.153.242
Liberazione 3.891.252
Il Foglio 3.597.989
Secolo d’Italia 3.411.801
Avanti 3.218.563
Europa 3.177.696
Quotidiano nazionale 3.119.596
Corriere mercantile 2.921.563
Corriere di Perugia 2.892.158
Rinascita 2.769.704
Roma 2.653.026
Discussione 2.607.450
Linea 2.587.513
Corriere di Forlì 2.582.284
Giornale d’Italia 2.582.284
Torino Cronaca 2.582.284
Il Denaro 2.406.288
Riformista 2.276.362
Corriere della Lucania 2.157.572
L’Opinione 2.070.859
La Voce di Romagna 2.065.827
Corriere di Firenze 2.065.827
Il Sannio quotidiano 1.869.475
Corriere Sport 1.857.636
Il Messaggero 1.449.995
Secolo XIX 1.420.144
Nuovo Corriere di Bari 1.406.122
Europanews 1.292.626
Il Campanile nuovo 1.179.153
Eco Bergamo 1.091.042
Il Sole che ride 1.020.390
Il Mattino 956.652
Il Tempo 840.065
Gazzetta di Parma 532.339
Il Giornale di Sicilia 497.078
Tuttosport 491.964
Unione Sarda 465.060
Osservatore romano 361.949
Il Gazzettino 324.413
La Sicilia 255.809
Herald Tribune 72.922
ci scusiamo per omissioni non volute
http://mimmafornaro.wordpress.com/…/i-giornali-che-vivono-…/
La pacchia dei finanziamenti per le sei radio "di partito"
Articolo di Gianluca Perricone pubblicato su L'Opinione delle Libertà, il 04/06/12
Radio di partito, emittenti radiofoniche che incassano annualmente contributi pubblici perché legate a partiti (e di essi quasi "fiancheggiatrici") o, per meglio dire, ad associazioni in qualche modo riconducibili a parlamentari.
Se, ad esempio, i parlamentari Tizio e Caio dicono di rappresentare il movimento "Così facendo andiamo a rotoli", le loro firme autorizzano la testata X o Y a rappresentare quel movimento e, di conseguenza, a incassare il contributo pubblico. Si scopre che «nel 2007 il claudicante Governo Prodi pensò di intervenire stabilendo che anche le radio dovevano quantomeno "essere organi di partiti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o due rappresentanti nel Parlamento europeo, eletti nelle liste di movimento…».
Subito dopo, però, ecco arrivare il salvagente per i furbetti. Nella stessa legge si stabilisce infatti che le emittenti 'di partito' già inserite in graduatoria «continuano a percepire in via transitoria, con le medesime procedure i contributi stessi, fino alla ridefinizione dei requisiti di accesso». Insomma, per chi ha già intascato, continua la cuccagna e sparisce addirittura la scocciatura di cercarsi un onorevole che di anno in anno firmi la dichiarazione da allegare alla domanda.
Il risultato del contributo in questione non è poi così irrisorio: secondo le ricerche, in cinque anni, sei di queste radio sono costate ai contribuenti circa 60 milioni di euro. Ripeto: 60 milioni di euro in cinque anni spesi per contributi versati a sei (dicasi sei) radio "di partito".
I nomi delle fortunate emittenti nell'ordine:
1. Radio Radicale, Lista Marco Pannella;
2. Ecoradio per il "Movimento politico Italia e Libertà" al quale, alla dissoluzione dei Verdi di Pecoraro Scanio, subentra "ComunicAmbiente" che sta per incassare «3 milioni e 274 mila euro; “Tra i deputati che si sono alternati negli anni a metter la firma per garantire i finanziamenti a Ecoradio, troviamo Massimo Fundarò (Verdi), Cinzia Dato (Ulivo), Mauro Libè (Udc) e Sandro Gozi (Pd)”; in sei anni Ecomedia Spa ha portato a casa ben 18 milioni e 445mila euro»;
3. «Radio Città Futura (gloriosa emittente della sinistra extraparlamentare) che è finita per essere (incassando in sei anni oltre dieci milioni di euro) l'organo del movimento "Roma idee"; «I rimborsi sono saliti dai 366mila euro del 2004 ai 2 milioni e 182mila euro nel 2009. Tutto reso possibile dalle firme pesanti date a suo tempo da due nomi grossi del Pd, Goffredo Bettini e Nicola Zingaretti».
4. La cremonese Radiondaverde è l'organo del movimento "A viva voce" grazie alle firme dei deputati ulivisti Lucia Codurelli e Daniele Marantelli: assicurati per il 2009 170mila euro.
5. Radio Veneto Uno, emittente di Treviso, rappresenta il movimento "Liga fronte Veneto Nord-Est Europa": le firme "di garanzia" sono state quelle parlamentari del leghista Antonio Serena prima e poi di Simonetta Rubinato (Pd).
6. In ultimo - non casualmente e di certo non per entità del contributo incassato - ecco Radio Galileo di Terni, gestita dall'omonima cooperativa, «che si è dichiarata organo di "Cittaperta" - fa sapere ancora l'articolista del quotidiano di via Solferino - per gentile concessione del senatore Pd Leopoldo Di Girolamo. I contribuenti, per finanziare questi famosissimi movimenti politici, hanno già staccato un assegno rispettivamente di 3 milioni 227mila euro e 2 milioni 412mila euro».
Alle sei emittenti politiche sopra elencate va aggiunta Radio Padania.
Sulle sue frequenze si insultano, oltre ai gay e agli extracomunitari, anche i meridionali. Eppure l'emittente ora cerca di diffondersi nel sud, per una questione di finanziamenti pubblici. Già: i deliri della Lega costano al contribuente un milione di euro l'anno.
Vi sono decine di altre radio culturali e religiose private che ricevono contributi dello Stato.
FONTE Caterina Democrazia Diretta

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