Ruggeri ricorda la strage di Gorla: “Usa uccisero 184 bambini, nessuno ne parla”

06/04/2022 - Enrico Ruggeri da sempre è un caso unico nel panorama musicale italiano per la sua attenzione nel proporre tematiche (spesso volutamente) dimenticate e trascurate: pensiamo al suo impegno nel ricordare la tragedia delle Foibe, o all’orrore delle marocchinate (gli stupri e le torture di massa, ai danni di svariate migliaia di nostri connazionali di ambo i sessi e di tutte le età, compiuti dai goumier francesi inquadrati nel Corpo di spedizione francese in Italia, durante la campagna d’Italia della seconda guerra mondiale), rievocato in una puntata della sua trasmissione Il falco e il gabbiano.
Ruggeri e la strage di Gorla

Dove c’è un tema scomodo o che una certa vulgata mainstream vorrebbe tenere nell’oblio, arriva spesso Ruggeri a ricordarlo. Questa volta è il turno della strage di Gorla. «20 ottobre 1944. Gli americani bombardano la scuola elementare di Gorla, vicino a Milano. Muoiono 184 bambini. Nessuno ricorda o parla più di queste cose. E intanto c’è chi parla ancora di incrementare gli armamenti», ha twittato il cantautore milanese. Centottantaquattro bambini del cui sangue sono sporche le mani degli Alleati; morti in un massacro derubricato come una «svista» dei cosiddetti liberatori.
Cosa accadde

La mattina del 20 ottobre del 1944 alle ore 11,29, orario in cui gli alunni si trovano a scuola, si compie una delle stragi più barbare della storia della seconda guerra mondiale: una bomba di 500 libbre viene sganciata sopra la scuola «Francesco Crispi» di Gorla, quartiere della periferia a nord di Milano. Nell’istituto sono presenti circa 200 alunni, le maestre e il personale ausiliario. Si sente suonare l’allarme antiaereo, dato in estremo ritardo e cioè quando gli aerei alleati sono già su Milano. Alle 11,27 dai vani bomba dei B-24 piovono le bombe. In due minuti i primi ordigni giungono al suolo. E’ l’inferno. La scuola Crispi è uno tra i primi edifici colpiti. Una bomba da 226 kg si infila nel vano scale, mentre gli alunni e le maestre stanno ancora scendendo nel rifugio, senza possibilità di scampo. Perdono la vita 184 bambini, le maestre e il personale. I superstiti saranno solo cinque. Per quel crimine nessun ufficiale alleato ha mai pagato.


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