La farsa della crisi politica in Italia continua in mezzo a colpi di scena, giravolte improvvise, innalzamento di asticelle, “condizioni inaccettabili” definite da Zingaretti e soci, incontri del premier Conte al Quirinale, appelli alla piattaforma Rousseau da parte dei 5 Stelle, ecc.. tutto scorre come una ceneggiata a puntate ma in realtà, chi osserva quello che accade oltre al palcoscenico, comprende che c’è una regia precisa dietro tutto questo.
Si può capire, ad esempio, dalle ultime dicharazioni fatte da Massimo Giannini, giornalista e opinionista di Repubblica (il quotidiano rappresentativo della casta politica della sinistra globalista), il quale candidamente ha ammesso che “le elite mondiali vogliono questo governo PD-5 Stelle e lo stesso giornale Repubblica parla esplicitamente delle telefonate della Merkel perchè “il governo debba farsi a tutti i costi”.
Quindi oggi accade che, forse per la prima volta, anche la grande stampa ed i media (la confessione di Giannini trasmessa durante la trasmissione “In Onda” sulla 7 ) riconoscono l’esistenza di una elite che domina i fatti della politica e dell’economia imponendo le sue scelte in conformità ai suoi interessi.
Questa era una tesi da sempre considerata “complottista” e che oggi viene fatta propria o riconosciuta dagli autorevoli giornalisti asserviti al sistema e manovrati da quella stessa elite, come testimoniato da alcuni loro colleghi che hanno pagato il prezzo delle loro rivelazioni, da Julian Assange a Udo Ulfkotte.
Quest’ultimo era il giornalista tedesco pentito che , dopo aver lavorato al Frankgfurter Allgemeine Zeitung, rivelò come lui ed altre “firme” fossero al soldo dei servizi americani. Nel suo libro aveva descritto come la Cia imbecca, istruisce, paga giornalisti tedeschi e italiani perché scrivano articoli favorevoli alle politiche americane. Lo stesso è poi morto nel 2017 in uno “strano caso” di suicidio.
Vedi: Udo Ulfkotte, la morte sospetta del giornalista anti-Merkel. http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=28285
Ritornando però alla crisi di governo in Italia, nonostante le telefonate della Merkel ed ella Ursula von der Layen, inizia a manifestarsi un certo “mal di pancia” nella base grillina per la giravolta dei leader del movimento e questo malessere viene espresso da qualche esponente politico che ha un minimo di coscienza e di senso critico per giudicare in modo obiettivo quanto sta accadendo.Gian Luigi Paragone
Questo è il caso di Gian Luigi Paragone il quale si è schierato apertamene, fin dall’inizio, contro la trattativa in corso PD-5 Stelle ed ha dichiarato: ““IL PD NON È IL MALE MINORE. È LA SCELTA PEGGIORE. LA LEGA HA ROVINATO TUTTO, MA NON PER QUESTO MI LEGO AL PEGGIOR PARTITO”.
“A furia di pensare al male minore questo Paese si è fatto solo male assoluto: i poveri sono raddoppiati, le Pmi sono state fregate da norme assurde filo banche (pignoramento capannoni e case per ultime rate non pagate, per esempio), i risparmiatori traditi e tanto altro. Per realizzare il male minore, l’Europa ha fatto felici multinazionali, ceo e top manager: mai come in questi anni di neoliberismo (sempre sostenuto in Italia dal Pd) la forbice popolo v/s élite si è tanto divaricata”. (La Presse) .
Una voce fortemente critica degli accordi di palazzo realizzati dai 5 Stelle sotto la spinta di qualcuno dall’esterno, come appare evidente e favoriti da quei poteri forti che una volta Grillo, Di Maio ed i suoi dicevano di voler combattere.
Questo un fatto incontrovertibile, da quando i grillini affermavano di voler combattere la casta, si sono di fatto trasformati loro stessi in casta e si accingono a coalizzarsi con un governo che (attraverso il PD) rappresenta i peggiori interessi della elite dominante e della classe dei detentori del grande capitale che ha sfruttato ed impoverito l’Italia in questi ultimi venti anni. Uno dei peggiori esempi di gattopardismo che la Storia politica italiana ricordi.
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