«In Brasile è in corso un genocidio legalizzato contro noi indigeni»

L’accusa rivolta al governo di Bolsonaro da i rappresentanti di alcune popolazioni brasiliane in Europa. La settimana scorsa la denuncia alla
Corte penale internazionale contro il presidente brasiliano per aver «incoraggiato il genocidio» - Francesco de Augustinis /Corriere Tv
In Brasile è in corso un «genocidio legalizzato» contro le popolazioni indigene? Questa accusa è stata rivolta nei giorni scorsi da alcuni gruppi di avvocati e di organizzazioni legate alla tutela dei diritti umani brasiliane, che hanno denunciato il presidente brasiliano Jair Bolsonaro alla Corte penale internazionale per aver «incoraggiato il genocidio» contro le popolazioni indigene nel Paese. Nelle scorse settimane questa stessa accusa era stata rivolta al governo brasiliano da una delegazione di rappresentanti di alcune popolazioni indigene brasiliane, che hanno viaggiato in Europa proprio per raccontare il clima di violenza nel Paese, legato alla discriminazione etnica e al conflitto sulle terre.

Il conflitto sulle terre è legato all’avanzata di pascoli e terreni agricoli: la stessa causa che da fine settembre ha determinato l’impennata di incendi in Amazzonia, che non a caso hanno riguardato molte aree protette indigene. «Gli attacchi che ci stanno facendo, attaccando la nostra comunità, attaccando i villaggi, aprendo il fuoco, sono attacchi paramilitari. Non si tratta di singole persone assoldate, ma anche professionisti che vengono ingaggiati per questo motivo», afferma Elizeu Guarani Kaiowà, leader dei Kaiowà, una popolazione che vive in Mato Grosso do Sul. Secondo i dati del Catholic Indigenous Missionary Council – CIMI, già nel 2018 sono state 135 gli indigeni uccisi per il fenomeno dell’accaparramento delle terre. LINK

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