A causa degli scontri e delle manifestazioni incessanti che imperversano in Francia ormai da inizio dicembre
, che hanno letteralmente bloccato Parigi, il governo francese ha ritirato dalla riforma delle pensioni il punto che ha provocato maggiori proteste: l’ introduzione di un sistema di “bonus-malus” che avrebbe dovuto spingere i francesi a lavorare più a lungo per raggiungere “l’età di equilibrio” a 64 anni nel 2027.
, che hanno letteralmente bloccato Parigi, il governo francese ha ritirato dalla riforma delle pensioni il punto che ha provocato maggiori proteste: l’ introduzione di un sistema di “bonus-malus” che avrebbe dovuto spingere i francesi a lavorare più a lungo per raggiungere “l’età di equilibrio” a 64 anni nel 2027.
In pratica secondo questo punto controverso della riforma delle pensioni, i francesi avrebbero dovuto lavorare fino a 64 anni di età (anzichè 62) per ottenere la pensione a tasso pieno. Punto che ha fatto arrabbiare sindacati e cittadini francesi tanto da provocare pesanti proteste da oltre un mese.
Lacrimogeni, cassonetti in fiamme, lancio di oggetti contro la polizia, cariche, blackout della rete elettrica, scioperi interminabili, questo ed altro sta accadendo a Parigi da più di 40 giorni, eventi che hanno portato il governo a cedere, e a ritirare provvisoriamente il punto incriminato.
Ma questo non è bastato per placare la tensione tra manifestanti e istituzioni, per molti infatti l’obiettivo resta il ritiro totale della riforma della pensioni (bene la prima mezza marcia indietro del governo, ma non è abbastanza), per altri invece questo passo indietro potrebbe bastare.
Sindacati e manifestanti sono spaccati sul tema in questione: i moderati della Cfdt e gli autonomi dell’Unsa sono pronti a raccogliere la mano tesa del governo, ma per la Cgt, l’estrema sinistra e l’estrema destra non cambia niente.
La Cfdt esulta per “aver ottenuto il ritiro dell’età d’equilibrio”, una decisione, ha ammesso, che “segna la volontà di compromesso del governo”. Anche l’Unsa approva questo “passo avanti importante” e assicura che “i negoziati potranno finalmente partire”.
Invece le estreme di Melenchon a sinistra e Marine Le Pen a destra gridano invece alla “manipolazione” e invitano tutti a non mollare. Considerano questa mossa come una presa in giro. Secondo questi il principio dell’età di equilibrio non viene affatto abbandonato. Anzi, nella sua versione “strutturale” resta parte del progetto di legge.
Vista la situazione, ancora non si può pronosticare l’evolversi della questione, l’unica cosa certa è che quello francese è un popolo pronto a tutto pur di far valere i propri diritti, e questi avvenimenti lo dimostrano.
https://www.jedanews.com/in-francia-leta-pensionabile-resta-a-62-anni-governo-ritira-parte-della-riforma-delle-pensioni/
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