ROMA – Riportiamo la notizia senza commenti per carità di Patria. Il Governo SalvaItalia di Mario Monti, nel 2012, impose il taglio di 30.000 posti letto,
in nome della spending review. Riprendiamo un articolo di Oggi dell’8 novembre 2012, nel quale venivano riportati i passi principali del provvedimento emanato dall’esecutivo del senatore a vita nominato da Napolitano:
NEL TRIENNIO 2013-2015 – Entro il 31 dicembre le Regioni dovranno indicare dove e come effettueranno la riduzione. Si dovrà passare nel prossimo triennio 2013-2015 a un rapporto di 3,7 letti ogni mille abitanti dall’attuale 4,2, la media nazionale.
RIABILITAZIONE E LUNGODEGENZA – Lo 0,7% devono essere dedicati a riabilitazione e lungodegenza di malati che hanno superato la fase acuta. Alcune Regioni, come Emilia Romagna, Veneto, Toscana o Lombardia, hanno già avviato questa operazione, altre invece devono cominciare quasi da zero e non a caso sono quelle con maggior deficit, sotto piano di rientro. Il Molise è quella che deve ridurre di più (-33,2%), seguita dalla Provincia autonoma di Trento (-20,9%) e Lazio (-19,9%). Si marcia dunque verso un sistema più moderno.
I CRITERI DEI TAGLI – I criteri in base ai quali procedere sono indicati in uno schema di regolamento sugli «standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera». Salvo sorprese verrà esaminato la prossima settimana dalla Conferenza Stato-Regioni, per l’approvazione. Il documento è pronto, frutto del lavoro del ministero della Salute attraverso l’agenzia per i servizi sanitari (Agenas) diretta da Fulvio Moirano, che ha in mano anche il cosiddetto programma per la valutazione delle performance delle singole strutture.
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