Il World Economic Forum si riunisce. Benvenuti nell’Apocalisse di Davos

 
16/01/2023 -  di Gloria Callarelli - Si alza il sipario sul World Economic Forum. Un evento globale, ormai spacciato per una sorta di evento mondano della politica (nemmeno fossimo agli Oscar) dove se non partecipi sei fuori dal giro.
Il tutto nella direzione dell’Agenda 2030 che per molti ancora non esiste ed è sempre roba da complottisti. I temi li possiamo trovare direttamente nel sito dell’organizzazione e sono sempre gli stessi. Si parte dal cambiamento climatico per arrivare ad attuare la transizione ecologica e alla fine anche quella digitale. Ci si sofferma sulla moneta e sull’economia, si spinge la Quarta Rivoluzione industriale. Il tutto sotto l’egida di un Nuovo Ordine Mondiale che sembra proprio essere il fine ultimo di questi incontri, in particolar modo oggi, dopo che l’establishment ha usufruito della bomba Covid. Abbiamo utilizzato dei titoli esplicativi per tradurre le chiacchiere zuccherose riportate nel sito. Senza troppi giri di parole ecco il piano del NWO.


1. Transizione ecologica e cambiamento climatico


La transizione energetica e il cambiamento climatico sono indissolubilmente legati e il loro impatto si è fatto sentire negli ultimi mesi. Mentre è in corso una transizione energetica globale, sono necessarie ulteriori azioni per ridurre le emissioni di carbonio e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Le misure fondamentali per accelerare la transizione energetica includono il disaccoppiamento della crescita economica dal consumo di energia, in particolare nelle economie emergenti, l’integrazione delle innovazioni tecnologiche rivoluzionarie e la gestione dell’equità. Piuttosto che usare la crisi in corso come pretesto per rinunciare a politiche che sostengano la transizione verso fonti energetiche più sostenibili, questo momento dovrebbe essere utilizzato per sviluppare piani di investimento infrastrutturale più ambiziosi, completi e sostenibili che aiutino il mondo a raggiungere gli obiettivi del 2030.


2. Transizione economica


I responsabili politici stanno ora operando con uno spazio fiscale limitato, mentre la pressione inflazionistica sta imponendo un inasprimento della politica monetaria. Le politiche monetarie più restrittive stanno avendo effetti a catena anche sui mercati emergenti, con molti che ora faticano a onorare i propri debiti. Le misure protezionistiche minacciano anche l’agenda del commercio globale che è stata al centro della prosperità economica degli ultimi 30 anni. Ciò avviene in seguito alla pandemia di COVID-19 che ha spinto 120 milioni di persone in più nella povertà estrema e ha messo in luce il sottofinanziamento delle infrastrutture critiche in tutti i mercati. In un mondo multipolare, rimodellare l’agenda economica secondo linee strategiche e ricostruire la fiducia nel sistema internazionale richiederà un’attenta collaborazione tra tutte le parti interessate e una nuova visione per la prosperità economica e lo sviluppo.


3. Transizione digitale


Le industrie sono costrette a rivalutare le loro decisioni di investimento, produzione e innovazione con l’avvento della Quarta Rivoluzione Industriale (4IR), il cambiamento climatico e la frammentazione geopolitica degli ultimi anni. Per superare gli attuali punti di attrito e rafforzare la competitività futura, le aziende dovranno promuovere le tecnologie emergenti di 4IR e ottimizzare l’agilità. Dovranno anche realizzare il capitalismo delle parti interessate attraverso il core business e i modelli operativi non solo per guidare la resilienza oggi, ma anche per plasmare la futura prosperità socio-ambientale. Per farlo con successo, la collaborazione deve essere rafforzata tra ecosistemi sempre più diversi, inclusi concorrenti, aziende di altri settori e innovatori.


4. Quarta rivoluzione industriale


Le statistiche ufficiali mostrano che nonostante una crescente crisi economica globale, i lavoratori continuano a lasciare – o stanno pensando di lasciare – i loro posti di lavoro. Nonostante l’elevato numero di posti di lavoro vacanti e i mercati del lavoro ristretti in molte delle maggiori economie mondiali, anche i salari reali stanno diminuendo in molte categorie di lavoro nel bel mezzo di una crisi del costo della vita. Parallelamente, i mercati emergenti stanno affrontando la pressione di una disoccupazione significativa guidata dal rallentamento economico, che porta a un’accresciuta pressione sociale. Questo momento richiede un nuovo contratto sociale che sostenga forti investimenti nell’istruzione, nelle competenze e nell’assistenza sanitaria che soddisfi la domanda insoddisfatta, getti le basi per la mobilità sociale e, in ultima analisi, economie a prova di futuro.


5. Nuovo ordine mondiale


I sistemi che hanno portato benefici comuni, come il commercio, sono stati usati come armi per punire i rivali e aree che un tempo erano modelli di cooperazione, come il cambiamento climatico, rischiano di diventare le prime linee della concorrenza. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è stato l’ultimo allontanamento da quello che è stato, per il primo quarto di secolo dopo la fine della Guerra Fredda, un ordine globale largamente cooperativo. La bandiera geopolitica è passata dalla cooperazione alla competizione. C’è una crescente necessità di un nuovo sistema globale che sia maggiormente basato sulle parti interessate e attrezzato per gestire le dinamiche del 21° secolo.


Per quanto riguarda gli ospiti, ci saranno: oltre al padrone di casa, Klaus Schwab, Børge Brende (ex Ministro degli affari esteri della Norvegia), John F. Kerry, Badr Jafar, uomo d’affari ed ex di Naomi Campbell, banchieri, filantropi (che categoria carina) tra cui Mark Carney, Rania Al-Mashat (ministro del turismo egiziano), Sanna Marin (primo ministro Finlandia), Guterres (Presidente ONU), il principe Alberto di Monaco, il principe di Svezia, il numero uno della Bce Christine Lagarde, che parlerà venerdì 20 a un panel con la presidente del Fmi, Kristalina Georgieva, Pedro Sanchez (primo ministro della Spagna), il deus ex machina Henry Kissinger, Marina Silva (neo ministro dell’ambiente del Brasile), Tedros Adhanom Ghebreyesus (dell’OMS). Dall’Italia arriverà il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.


Ma quali sono i pericoli previsti (o preannunciati) per il prossimo futuro a Davos? Quali “profezie” gli oracoli del WEF ci annunciano per le quali servirà un nuovo ordine mondiale? Quali disordini si prevedono? Disuguaglianza e pressione climatica e instabilità politica intanto. Poi: progressi tecnologici, incontrollati, inoltre, che creeranno nuovi rischi per posti di lavoro e mezzi di sussistenza, guerre e conflitti, nonché rischi per la coesione sociale e salute mentale. Recessione, fallimenti dei raccolti e la lotta per l’accesso alle risorse di base, inizio della migrazione climatica e aumento di disordini civili concludono il quadro. Benvenuti nell’Apocalisse di Davos. E il bello è che in molti ancora non ci credono. Auguri.

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