Secondo i ricercatori, le morti di massa sono oggi più frequenti che mai rispetto alla storia del pianeta. Anche se non sono letali come un'estinzione, le morie di massa possono uccidere fino al 90% degli individui di una specie.
Ma perché accadono? Tra le cause le modificazioni climatiche e territoriali dovute all'uomo; nei casi più gravi possono essere implicate molteplici cause.
Ma perché accadono? Tra le cause le modificazioni climatiche e territoriali dovute all'uomo; nei casi più gravi possono essere implicate molteplici cause.
Negli ultimi , le morti di massa animali sono aumentante in frequenza esponenzialmente.
A rilevarlo è uno studio condotto in collaborazione da tre istituti statunitensi (l’Università di San Diego, l’Università di Yale e l’Università della California, Berkley) e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.
La ricerca ha sottolienato come tali eventi siano decisamente in aumento tra gli uccelli, i pesci e gli invertebrati marini, con il rischio di uccidere fino al 90% degli individui di una specie.
I ricercatori hanno esaminato i casi di morie animali di massa documentati nella letteratura scientifica. Anche se esistono sporadici studi che risalgono al 1800, l’analisi degli studiosi si è concentrata sul periodo a partire dal 1940 ad oggi.
Ma cos’è una “moria di massa”? Il termine indica l’evento che si verifica in una specie quando muore una grande percentuale dei suoi individui in un breve lasso di tempo. Sebbene si trattava, fino a poco tempo fa, di eventi rari, essi sono in grado di decimare una specie fino all’estinzione.
Lo studio, infatti, indica che l’enigmatico fenomeno è drammaticamente aumentato in frequenza negli ultimi decenni. Le ragioni che possono innescare una moria sono diverse e concatenate fra loro, come la devastazione ambientale dovuta all’uomo, la quale però rappresenta solo una parte del problema.
Nel complesso, si è notato che la malattia sembra essere il principale colpevole, rappresentando il 26 per cento delle cause di morie di massa. Gli effetti diretti legati all’attività umana, come la contaminazione ambientale, è causa, invece, del 19 per cento delle morie.
La biotossicità innescata da eventi come la proliferazione di alghe rappresenta una quota significativa di morie, così come i processi legati direttamente ai cambiamenti climatici, come condizioni meteorologiche estreme, stress termico, carenza di ossigeno e fame, fattori che aggregati raggiungono il 25 per cento delle cause.
“Lo studio rappresenta il primo tentativo di quantificare i modelli nella frequenza, nell’ampiezza e le cause di tali eventi di morie di massa”, spiega la dottoressa Stephanie Carlson, docente associata presso il Dipartimento di Scienze Ambientali della UC Barkeley e autrice dello studio. “La natura catastrofica delle improvvise morie animali di massa è in grado di catturare l’attenzione umana”.
Lo studio ha rivelato che il numero di eventi di morte di massa è aumentato di circa un evento all’anno negli ultimi 70 anni.
“Anche se potrebbe sembrare poco, l’aggiunta di un evento di mortalità di massa all’anno per oltre 70 anni si traduce in un notevole aumento del numero di eventi”, spiega il dottor Adam Siepielski, assistente alla cattedra di biologia dell’Università di San Diego e coautore dello studio.
Al di là delle statistiche, lo studio suggerisce che il nostro pianeta sta subendo cambiamenti drammatici nella sua ecologia, in parte determinati dall’avidità dell’uomo rispetto alle risorse naturali, in parte determinata da eventi che non sono ancora stati compresi fino in fondo.
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