La norma stabiliva che l’equiparazione a malattia del periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria dai lavoratori del settore privato fosse riconosciuta fino al 31 dicembre 2021, a fronte di un apposito stanziamento.
Il governo però non ha rifinanziato la misura per il 2022, quindi la tutela è terminata il 1° gennaio. Non si sa ancora se verrà rifinanziata con nuove risorse in un prossimo decreto, dato che lo stato di emergenza è stato prorogato al 31 marzo 2022.
Se invece la misura non verrà rifinanziata, i lavoratori dipendenti del settore privato in quarantena per il contatto con un positivo che non possono lavorare da remoto dovranno fare ricorso a permessi retribuiti o a giorni di ferie per non vedersi ridurre lo stipendio.
I vaccinati da oltre 120 giorni o non vaccinati in quarantena obbligatoria per contatto con positivo non avranno la tutela della malattia da parte dell’Inps. Se il governo non interverrà con un rifinanziamento o con decreti appositi, dovranno usare le ferie per non perdere lo stipendio
Non cambia niente invece per chi risulta positivo al Covid: in quel caso, l’Inps specifica che il lavoratore è “temporaneamente incapace al lavoro, con diritto ad accedere alla corrispondente prestazione previdenziale, compensativa della perdita di guadagno”. https://tg24.sky.it
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