27/01/2022 - Volare è il modo più dannoso per il clima di viaggiare. Le emissioni degli aerei finiscono in alto nell’atmosfera, il che triplica il loro impatto.
Da Kyoto a Parigi (COP21) non vediamo inserite nei trattati le emissioni di aerei e navi. Perché una fonte di inquinamento atmosferico così rilevante è stata tagliata fuori? Fino al 1999 le preoccupazioni sulle emissioni del traffico aereo e il ruolo dell’inquinamento atmosferico in quota ricevevano l’attenzione dei grandi giornali.
L’inquinamento atmosferico causato dal traffico di aerei, civili e militari, risulta assente nelle statistiche pubbliche sulle emissioni, ed è il grande assente negli accordi sul clima. Ma dai turbogetti esce di tutto.I motori degli aerei producono ossido di azot , idrocarburi, monossido di carbonio, ossidi di zolfo , anidride carbonica o CO2 e particolati tossici. La dispersione di tonnellate di polveri sottili in atmosfera ha conseguenze pesanti e vaste. Come si spiega l’esclusione del traffico aereo nei rapporti sulle emissioni e nei trattati sul clima? E come si spiega il fatto di far volare migliaia di aerei senza passeggeri? AEREI EMETTONO DI TUTTO – MA TUTTI A FAR FINTA DI NIENTE
Perché in Europa migliaia di aerei volano senza passeggeri
Le compagnie aeree occupano gli slot aeroportuali per raggiungere le percentuali di utilizzo previste dalle regole comunitarie, ma così producono un inquinamento che contraddice gli stessi obiettivi di sostenibilità promossi dall’Unione
Nei cieli d’Europa migliaia di aerei stanno volando senza alcun passeggero a bordo, semplicemente per non far perdere alle compagnie i loro slot aeroportuali, cioè il diritto di far partire e arrivare i propri voli in determinate fasce orarie. Così, mentre la lotta alla crisi climatica resta una priorità nelle parole delle istituzioni europee e delle aziende, i cieli dell’Unione vengono inquinati inutilmente proprio per via di una regola comunitaria.
Gli slot di decollo e atterraggio per le rotte più popolari nel mondo sono una merce estremamente preziosa nel settore e, per mantenerli, le compagnie aeree devono normalmente garantire un’alta percentuale di voli. In particolare, le norme europee per la concorrenza impongono alle compagnie di utilizzare almeno l’80% dei loro slot. Questa particolare disposizione, chiamata Use it or lose it, era stata sospesa nel marzo 2020 a causa della pandemia da coronavirus. Tuttavia, al progressivo allentamento delle restrizioni, si è accompagnato un ripristino delle percentuali di voli da effettuare per preservare gli slot: prima al 25%, per poi arrivare recentemente al 50%, sulla scia della diffusione della campagna vaccinale e al diminuire dei contagi.
Per mantenere gli slot, anche in presenza di percentuali ridotte, le compagnie hanno fatto volare aerei vuoti. Negli ultimi mesi Brussels airlines ha operato circa tremila voli senza alcun passeggero e la tedesca Lufthansa ha annunciato che entro la fine del 2022 ne farà volare altri 18mila. Il numero totale è molto più alto in realtà: Brussel airlines e Lufthansa sono infatti le uniche ad aver fornito dati precisi, ma molte altre compagnie, come Klm e Air France, prevedono di effettuare voli fantasma se la Commissione europea non metterà una nuova deroga alle sue norme per la concorrenza.
Data la situazione di emergenza e il diminuire delle prenotazioni a causa del diffondersi della variante Omicron del coronavirus, risulta difficile capire come mai la Commissione non solo voglia mantenere in vigore la regola, ma già aumentare il tetto massimo al 64% tra marzo e ottobre 2022. In particolare questa linea va totalmente in contrasto agli impegni presi con il Green deal europeo, che mira a un taglio del 90% delle emissioni di carbonio derivate dai trasporti entro il 2050.
“Un volo a corto raggio su un 737 emette circa 18 tonnellate di CO2 all’ora, quasi il doppio di quello che una persona in Europa emette in un anno intero – ha detto l’attivista Catherine Livesley, fondatrice del No fly travel club, intervistata da Euronews -. Mi sembra incomprensibile che l’Europa stia richiedendo attivamente alle compagnie aeree di produrre emissioni colossali, semplicemente per assicurarsi degli slot di atterraggio”.
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