Se c’e’ una cosa che la crisi greca ha insegnato e’ che l’euro e’ un progetto fallimentare e chi ne e’ fuori farebbe meglio a starne alla larga il piu’ lontano possibile. L’ultimo in ordine di tempo ad affermarlo è niente di meno che il Fondo Monetario Internazionale, come riferisce il New York Times, che però in Italia – stranamente – non viene… tradotto.
In ogni caso, a proposito della sfiducia e della negatività che emana l’euro, e’ importante notare come il governo della Bulgaria non abbia la ben che minima intenzione di entrare a far parte della moneta unica, una posizione che e’ condivisa da quasi tutti i paesi dell’est europeo. Ne sono fuori e fuori vogliono rimanerne.
A mettere nero su bianco questo euroscetticismo della Bulgaria – che è bene sapere è in condizioni economiche difficili con molta povertà – e’ stato il ministro del lavoro e delle politiche sociali Ivaylo Kalfin il quale ha dichiarato che la moneta unica europea creerebbe enormi problemi alla Bulgaria visto che la sua economia non e’ ricca come quella di altri paesi europei. La Grecia insegna, quindi.
“Riguardo l’entrata nell’euro, vediamo solo costi e nessun beneficio. Per noi, entrare rappresenterebbe un rischio”. Secondo il ministro, l’entrata nell’euro comporterebbe l’adeguarsi alle politiche scelte dalle istituzioni europee, incapaci di gestire la crisi attuale. Inoltre, anche l’opinione pubblica non è d’accordo ad un’entrata nell’euro. Un “no” all’euro, sia dal Governo che dal popolo.
Ovviamente Kalfin ha ragione da vendere e semmai la vera sorpresa e’ che ci siano ancora politici che si ostinano a dire che l’euro e’ stato un enorme successo, ma questo e’ quello che succede quando al governo ci sono i servi dei poteri forti.
Tratto da Il Nord
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