L’altro giorno, mi servivano soldi e cercavo un bancomat in un centro commerciale. Non c’era nessuno sportello automatico. Una settimana fa, in quel centro commerciale c’era ancora un’agenzia di una banca locale – ma non c’è più, lo spazio vuoto sarà riempito da uno Starbucks. Ho chiesto in giro – non ci saranno più bancomat in questo centro commerciale – e questo schema si sta ripetendo più e più volte in tutta la Svizzera e in tutta l’Europa occidentale. Le macchine bancomat gradualmente ma sempre più velocemente stanno scomparendo, non solo dai centri commerciali ma anche dagli angoli delle strade. Sarà la Svizzera il primo paese dove sarà pienamente operativo il denaro digitale?
Questo nuovo modello di vita senza denaro contante viene progressivamente e brutalmente imposto a svizzeri e europei in generale – dato che nessuno sta dicendo che cosa sta veramente succedendo dietro le quinte. Se mai, si sta dicendo alla popolazione che pagare diventerà molto più facile. Basta passare una carta e … BINGO! Niente più firme, niente più ricerca di un bancomat: addebitano tutto sul tuo conto bancario, direttamente, qualsiasi importo piccolo o grande che sia. E naturalmente e gradualmente, arriverà una “piccola tassa” per la banca, ma nessuno ci potrà far niente, dato che l’alternativa del contanti sarà ormai superata.
In genere il limite di quanto può essere addebitato sul proprio conto bancario è quello che decide il cliente, a condizione che non superi la tolleranza bancaria. Ma la tolleranza delle banche è generosa. Se si supera il credito disponibile, il saldo sul conto scivolerà discretamente sul rosso e alla fine del mese saranno addebitati gli interessi e gli interessi sugli interessi non ancora pagati – e così via. E questo anche se i tassi di interesse interbancari sono ai minimi storici. Gli interessi fissati della Banca Centrale Svizzera per le banche, ad esempio, sono addirittura negativi; una delle poche banche centrali al mondo con interessi negativi, oltre a Giappone e Danimarca.
Quando recentemente ho parlato con il direttore di una banca di Ginevra, mi ha detto, sta andando sempre peggio. “Stiamo già chiudendo tutti i punti cassa della banca, e lo stesso vale per la maggior parte delle altre banche”. Il che significa licenziamenti di personale, cosa che ovviamente viene raccontato solo in parte, infatti dipendenti e manager della banca ora dovranno tutti superare un esame della commissione bancaria svizzera, e per questo esame hanno dovuto studiare centinaia di ore in pochi mesi per superare un test che, di solito viene programmato durante il week-end, in modo da non inficiare sull’orario di apertura delle banche. Ti offrono la possibilità di superare l’esame, ma se non ce la fai, sei fuori e puoi unirti alle schiere degli altri disoccupati. C’è la stessa tendenza in tutta Europa. Questo manager non ha rivelato cosa c’è esattamente dietro questa “riqualificazione”, ma dalla conversazione è emerso chiaro che aveva a che fare con il “superamento del denaro contanti” messo in mano alla gente da parte delle banche. Questo è quello che ho capito, ma lui, uno che ci sta dentro, era preoccupato quanto me, se non di più.
La sorveglianza è ovunque. Ora, non sono solo le nostre telefonate e le e-mail ad essere spiate, ma anche i nostri conti bancari. E quel che è peggio, se l’economia funzionerà senza denaro-cash, i nostri conti saranno più vulnerabili e potranno essere manipolati dallo stato, dai ladri, dalla polizia, dalle autorità fiscali, da qualsiasi tipo di autorità – e, naturalmente, dalle stesse banche che hanno avuto la nostra fiducia da tutta la vita. Ricordate i “bail-in” che furono testati per la prima volta all’inizio del 2013 a Cipro? I bail-in diventeranno una regola comune per qualsiasi banca che abbia abusato della propria avidità di profitto e che andrebbe a gambe all’aria, se non ci fossero i depositi dei loro clienti (per coprire le perdite). Nemmeno gli azionisti stanno tranquilli. Questa storia è stata decisa di soppiatto un paio di anni fa, sia dagli USA che da quella mafia dei colletti bianchi non eletti, che siedono nella Commissione europea – EC.
Il punto è : ‘le banche über alles’. E quale altro paese potrebbe essere più adatto della Svizzera per una “vita senza contanti”, l’epicentro – insieme a Wall Street – del sistema bancario internazionale. Saranno le banche in futuro che suoneranno le campane delle nostre economie personali e di quelle statali. Sono già globalizzate e seguono gli stessi principi della deregolamentazione in tutto il mondo. Sono in collusione con le società globalizzate. Decideranno se noi mangeremo o se diventeremo schiavi. Sono una delle armi principali a disposizione dello 0,1% per battere il 99,9% e sottometterlo. Le altre due armi al servizio del Dominio Completo del maestro egemone dello Spectrum, sono l’industria della guerra e quella del sicurity con una macchina-della-bugia-e-della-propaganda sempre più spudorata. La deregolamentazione bancaria è diventata un’altra regola di cui si parla poco da parte della Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). I paesi che vogliono aderire all’OMC, devono prima deregolamentare il proprio settore bancario ed aprirlo agli squali monetari globalizzati e ai conglomerati bancari sotto il controllati sionista.
Il ridimensionamento del personale nel mercato del lavoro bancario sta aumentando. I giornali ne parlano poco, solo quando i posti di lavoro che vengono eliminati sono veramente tanti. Le statistiche mentono ovunque, sia nella UE che a Washington. – Perché spaventare la gente?Avrà tempo per spaventarsi, quando gli offriranno solo posti di lavoro a stipendi con cui si riuscirà a malapena a sopravvivere. Sta già succedendo. Questa tattica ha già funzionato nei paesi in via di sviluppo: tenere la gente schiava dei debiti e degli stipendi troppo bassi, in modo da non avere né tempo, né energia per scendere in piazza e protestare: bisogna prima cercare da mangiare e da lavorare, poi cercare un qualunque lavoro per quanto possa essere umile, per nutrire le famiglie. Per il momento questo succede in Europa e in Occidente in generale. Diciamo che c’è qualche paese che sta molto più avanti della Svizzera.
Prove di mercato senza contanti sono partite altrove, specialmente nei paesi nordici, dove certi grandi magazzini e supermercati non accettano più contanti. Un altro mostruoso processo è stato sperimentato in India un anno fa, nell’ultimo trimestre del 2016, da un giorno all’altro furono dichiarate fuori corso l’80% delle banconote che dovevano essere scambiate con banconote nuove da ritirare in banca o dai conti bancari. E questo esperimento è stato fatto in un paese dove tutto girava intorno ai soldi in contanti, dove metà della popolazione non ha un conto in banca e dove, nelle zone rurali più lontane, non ci sono nemmeno le banche. Hanno mentito alla gente e con l’introduzione improvvisa delle nuove regole monetarie si è ottenuto il massimo effetto.
In seguito a questo c’e stata una grande carestia e migliaia di persone sono morte, perché improvvisamente nessuno aveva più soldi contanti per comprare da mangiare – il tutto per seguire il progetto USAID – “Catalyst” – messo in pratica con la complicità del governo e della banca centrale dell’India. E’ stato un collaudo, ma è stato un disastro. Se funziona in India con 1,3 miliardi di persone, due terzi delle quali vivono in aree rurali e la maggior parte non ha un conto in banca, la stessa truffa potrebbe funzionare in qualsiasi paese in via di sviluppo – leggi : India – Crime of the Century – Financial Genocide
Quello che sta succedendo in Svizzera è un collaudo sulla fascia più alta della popolazione. Come li prenderanno, questi cambiamenti così radicali nella nostra routine monetaria quotidiana, quelli delle caste più elevate? – Finora non ci sono state troppe proteste. C’è un gruppo di persone che ha lanciato senza convinzione un referendum, perché vuole che la Banca centrale svizzera sia l’unica istituzione in grado di fare soldi, come ai “vecchi tempi”, ma anche se si tratta di un’idea molto rispettabile, il referendum non ha nessuna possibilità di riuscire nel contesto attuale delle banche e del finanziamento del debito, dove ai ragazzini stanno facendo capire quanto “sia fico” strisciare la carta davanti a un occhio elettronico. Oggi, la maggior parte del denaro è fatto da banche private, in Svizzera come altrove, in Europa come negli Stati Uniti. La deregolamentazione bancaria mondiale, avviata dall’amministrazione Clinton negli anni ’90 – oggi una regola per qualsiasi membro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) – ha reso tutto questo possibile.
La digitalizzazione e la robotizzazione sono solo all’inizio. Le casse dei supermercati che hanno una cassiera stanno diminuendo; la maggior parte delle casse sono automatiche – e questo è cambiato solo nell’ultimo anno. – Dove sono andati a finire i dipendenti? – Ho chiesto a un addetto che stava aiutando i clienti a passare attraverso il self-checkout. “Sono entrati anche loro nell’esercito dei disoccupati”, ha detto con tristezza, perché aveva già perso molti dei suoi colleghi. “Toccherà anche a me, non appena non avranno più bisogno di spiegare ai clienti come si paga da soli.”
Bitcoin
La digitalizzazione include anche le criptovalute, i soldi della blockchain che fluttuano – il più famoso è il Bitcoin – e porta all’apice la digitalizzazione del denaro. Il sistema è complesso e sembra che lo capiscano solo gli “esperti”. Le criptovalute sono denaro legale, basato sul nulla, nemmeno sull’oro. I criptos sono elettronici, invisibili e molto, ma veramente molto speculativi, sono un invito per gangster e truffatori. Spingendo la speculazione all’estremo, sembra che queste criptovalute siano state progettate proprio per truffatori e speculatori.
Sembra che il Bitcoin sia stato inventato da Satoshi Nakamoto, che potrebbe essere uno pseudonimo di un uomo, o di un gruppo di persone, che forse vive negli Stati Uniti. Sembra che l’origine di questo “Nakamoto” sia nel Commonwealth, per il tipo di vocaboli usati nei suoi scritti. Uno dei suoi collaboratori più stretti forse è un programmatore svizzero, membro attivo della comunità delle criptovalute. Si dice che abbia disegnato i caratteri usati in tutti gli oltre 500 post del forum – bitcoin di Nakamoto. Questi “forum posts” esistono a migliaia, in tutto il mondo e formano una rete elaborata e basata su algoritmi.
Il Bitcoin è stato formalmente creato nel gennaio 2009 con una quantità fissata in 21 milioni di “coins”, la metà sono già in circolazione e 1 milione circa – il 4,75% (del totale) – riconducibile a Nakamoto – secondo l’attuale valore di mercato corrisponde a circa 15 miliardi di dollari USA. Ad oggi la capitalizzazione complessiva del mercato Bitcoin supera i 315 miliardi di dollari, ma questo mercato è altamente volatile e drastiche fluttuazioni sono all’ordine del giorno, in particolare negli ultimi 12 mesi. Se uno come Nakamoto – che detiene una delle quote maggiori di Bitcoin – capitalizzasse i propri profitti vendendo le sue partecipazioni, il prezzo dei Bitcoin andrebbe in caduta libera, più o meno come succede normalmente in borsa
Il 24 agosto 2010, quando il Bitcoin fu scambiato per la prima volta, il suo valore era SEI centesimi di dollaro USA, il 24 dicembre 2017, valeva 13,800 dollari, con un incremento del 230.000%. Negli ultimi dodici mesi, il suo valore è aumentato da 800 dollari a dicembre 2016 fino a un picco vicino a 20.000 dollari a dicembre 2017, con un incremento di quasi il 2.500%. Ma negli ultimi 7 giorni, il prezzo è sceso di 5.160 dollari , cioè del 27%, e la tendenza sembra essere al ribasso; forse un segno di assestamento e di un guadagno veloce? Tuttavia, questo dimostra quanto sia instabile questa criptovaluta, apparentemente molto più delle azioni societarie sul mercato azionario.
Il numero di criptovalute disponibili su Internet al 27 novembre 2017 supera 1300 e continua ad aumentare. Chiunque può creare una nuova criptovaluta in qualsiasi momento. Per capitalizzazione di mercato, il Bitcoin è attualmente la più grande rete di blockchain (una rete di database che archivia dati in diversi siti verificabili pubblicamente), poi ci sono Ethereum, Bitcoin Cash, Ripple e Litecoin.
Bitcoin potrebbe essere la prossima bolla che si porterebbe dietro tutta una economia parallela che ha già messo il dito nella nostra vecchia economia occidentale. Le criptovalute sono ufficialmente proibite in Russia e in Cina, anche se è quasi impossibile fermare le transazioni di criptovaluta fatte da privati, perché non passano attraverso il sistema bancario tradizionale. Ecco perché le grandi banche li odiano. Perché evitano di farsi succhiare il sangue dalle stesse banche, impedendo loro di accumulare profitti sempre più alti con assurde commissioni, contro le quali la gente in generale resta impotente.
E’ questo il valore positivo del Bitcoin: sfugge ai controlli bancari e statali. Se le economie dei paesi fossero gestite con Bitcoin o altre criptovalute, sfuggirebbero alle sanzioni USA che funzionano solo perché le valute occidentali, che sono figlie adottive del dollaro e quindi soggette all’egemonia del dollaro. Il che significa che tutte le transazioni internazionali devono passare per le banche USA. Un caso tipico è quello dei “blocchi bancari”, quando Washington decide di bloccare tutte le transazioni internazionali verso un paese fino quando questo paese non si sottomette ai desideri dell’impero. È un ricattototalmente illegale, ma funziona se non c’è nessuna alternativa monetaria ed il mondo (occidentale) è soggetto a questo sistema.
Un tipico caso è l’Argentina, quando a giugno del 2014 fu costretta da un giudice di New York a pagare ad uno dei Vulture Fund – un fondo- avvoltoio – ben 1,6 miliardi di dollari: fu una decisione illegale che applicava una risoluzione delle Nazioni Unite. L’Argentina si rifiutò di pagare, così il giudice, intervenendo contro una nazione sovrana, bloccò il pagamento di più di 500 milioni di dollari USA del debito dell’ Argentina verso i creditori, buttando il paese sull’orlo di un secondo fallimento in 13 anni. Alla fine, il neoliberal Macri ha negoziato un accordo con i Vultures per un pagamento di oltre 400 milioni di dollari.
Questo ricatto americano non sarebbe stato possibile se l’Argentina fosse stata in grado di fare le sue transazioni estere in Bitcoin o in un’altra criptovaluta. Il Venezuela sta attualmente usando una criptovaluta nazionale per alcune transazioni estere, sfuggendo così alla morsa delle sanzioni di Washington. Se i cittadini greci e ciprioti avessero avuto una criptovaluta alternativa all’euro, non sarebbero stati soggetti al controllo sulla loro liquidità imposto dalla Banca Centrale Europea.
D’altro canto, non potrebbe essere fermato nemmeno il finanziamento di organizzazioni terroristiche, come l’ISIS, se i gruppi terroristi usassero le criptovalute. – Questo dimostra che, nel bene e nel male, i Bitcoin o le criptovalute sono per ora gli unici mezzi con cui si può resistere – nelle transazioni di denaro elettronico – a censure, ricatti o a qualsiasi tipo di interferenza autoritaria esterna.
Una vita Cashless
Se la Svizzera, un paese dove fino a poco tempo fa la maggior parte della gente andava a pagare le bollette alla posta con i soldi in mano, accetterà il passaggio al denaro digitale, allora noi, tutto il mondo occidentale, siamo sulla strada giusta per essere asserviti alla schiavitù delle istituzioni. Ovviamente questo, andrà di pari passo con il resto delle altre oppressioni del sistema e di una robotizzazione sempre più veloce su tutto il 99,9% da parte dello 0,1%.
Siamo ad un incrocio, dove possiamo ancora decidere se seguire il discorso di una nuova era monetaria elettronica, dove potremo dire sempre meno su come deve funzionare il lavoro e su come usare i nostri soldi; o se We the People saremo capaci di resistere ad un sistema bancario/finanziario che sta prendendo il pieno controllo delle nostre risorse finanziarie e che può letteralmente farci morire di fame, può sottometterci o ammazzarci, se non ci comportiamo bene. Per resistere abbiamo bisogno di un sistema monetario alternativo o di una rete monetaria, lontano dall’egemonia dollaro-euro.
Ma è ancora più importante che prenda corpo un’altra economia, un altro schema di pagamento e di trasferimento come già esiste in Oriente, il Chinese International Payment, totally System (CIPS) che, in pratica, sostituisce lo SWIFT, che è totalmente gestito da privati ed è legato al dollaro USA e a banche degli Stati Uniti. Il mondo ha bisogno di un’economia multipolare, basata sulla produzione reale di un paese o di una società, come nel caso della Cina e della Russia, non di una economia basata su una moneta legale, come è attualmente l’ economia occidentale.
Riuscirà questa piccola Svizzera, roccaforte della finanza mondiale, insieme a New York, Londra e Hong Kong, a resistere alla tentazione di aumentare i profitti, il potere e il controllo che sta offrendo il denaro digitale? – We, the People, abbiamo ancora la possibilità di decidere se continuare a marcire in un’economia di imbrogli, basata sulla guerra e sulla avidità – che vede nel denaro digitale, esacerbato dalle criptovalute, un nuovo strumento per scavare un’altra miniera di guadagni estremi sulle spalle della povera gente? Oppure saremo capaci di sceglierci un futuro onesto e una vita che ci lasci liberi di prendere decisioni politiche e monetarie sovrane in una società dove esiste ancora una liquidità monetaria? Se la nostra risposta è l’ultima che abbiamo letto …
dobbiamo svegliarci e vedere tutta la malafede di una propaganda di parte che sta passando davanti ai nostri occhi, e resistere alle tentazioni dei robot e a tutte le ruberie del denaro elettronico che si sta scatenando intorno a noi.
Peter Koenig è un economista ed analista geopolitico. Ha lavorato per la World Bank e ha girato il mondo lavorando nel campo ambientale e delle risorse idriche. Insegna in università di USA, Europa e Sud America e scrive regolarmente per Global Research, ICH, RT, Sputnik, PressTV, The 21st Century (China), TeleSUR, The Vineyard of The Saker Blog ed altri siti internet. E’ anche autore di Implosion – An Economic Thriller about War, Environmental Destruction and Corporate Greed – una fiction basata sui fatti e sulla sua esperienza vissuta in trent’anni passati girando il mondo per la World Bank. E’ anche co-autore di The World Order and Revolution! – Essays from the Resistance.
Fonte: Information Clearing House
Tratto da: ComeDonChisciotte
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