“Sacchi di denaro consegnati in un hotel di Roma per favorire i candidati preferiti”, si apre con queste parole l’inchiesta pubblicata
due giorni fa dal New York Times sulle interferenze degli Stati Uniti nelle elezioni democratiche negli stati di mezzo mondo. Una pratica che la Cia porta avanti dal secondo dopo guerra e che fece proprio dell’Italia post-fascista il proprio laboratorio.
due giorni fa dal New York Times sulle interferenze degli Stati Uniti nelle elezioni democratiche negli stati di mezzo mondo. Una pratica che la Cia porta avanti dal secondo dopo guerra e che fece proprio dell’Italia post-fascista il proprio laboratorio.
L’articolo cita anche una dichiarazione di F. Mark Wyatt, ex inviato della Cia a Roma: «Il precedente fu istituito in Italia con l’assistenza a candidati anti comunisti dalla fine degli anni ’40 agli anni ’60. Avevamo un sacco di soldi che abbiamo consegnato a politici selezionati, per coprire le loro spese».
Da anni si discute delle presunte interferenze della Russia nelle elezioni occidentali, un allarme che proprio dagli Stati Uniti è stato lanciato anche in vista delle prossime elezioni italiane del 4 marzo. Tuttavia quello che ora appare certo è che in verità sono stati proprio gli americani a cercare di interferire costantemente nei processi democratici dei paesi stranieri.
Manifesto di propaganda filo-americana prodotto nel dopoguerra
Lo studioso Dov H. Levin ha consultato per anni i documenti dello spioniaggio americano, concludendo in un saggio che gli Usa hanno cercato direttamente di influenzare elezioni estere in almeno 81 casi da quando la Cia venne creata nel 1947. Si va dal “cortile di casa” centro-americano, come nel caso delle elezioni in Nicaragua del 1990, alla Serbia – quando nel 2000 gli americani si occuparono direttamente di stampare 80 tonnellate di adesivi per la propaganda contro il presidente Milosevic. Mentre solo nel 2016 gli americani avrebbero speso la bellezza di 6,8 milioni di dollari per “ingaggiare attivisti” e “promuovere l’impegno civico” degli oppositori al governo di Putin in Russia.
Tornando alle ingerenze nella politica italiana nel dopoguerra, anche l’ex direttore della Cia (dal 1993 al 1995) James Woolsey, ha confermato le attività americane e lo ha fatto durante una intervista alla televisione americana Fox News, confermando che l’intelligence a stelle e strisce si prodigò per impedire che i comunisti potessero prendere il potere in Italia e Grecia. Tremende le risatine finali dello studio, quando la conduttrice chiede a Woolsey se gli Usa si vadano ancora ad immischiare nelle elezioni degli altri paesi e l’ex direttore della Cia risponde: «Bè, gnam gnam gnam, solo se è per una buona causa».
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